“L’arresto dell’ex nunzio apostolico a Santo Domingo, è stato deciso per impedire al prelato di sottrarsi alla giustizia allontanandosi o inquinando le prove”, spiegano ufficialmente in Vaticano. L’iter che lo attende chiaro: alla pena canonica della riduzione allo stato laicale si aggiungerà la condanna penale dei giudici del piccolo Stato (rischia una pena tra i 6 e i 7 anni di carcere più eventuali aggravanti), e l’estradizione ai paesi che la richiederanno formalmente. “L’avvertimento è chiaro. La giustizia della Santa Sede interverrà senza sconti a chicchessia. Poi vi sarà probabilmente l’azione penale di altri Stati”, scrive l’agenzia dei servizi di informazione religiosa della Cei. I vescovi italiani sono compatti: “Il Papa della misericordia – sottolineano nell’editoriale del Sir – non vuole che la malattia devasti tutto il corpo. Ha usato il bisturi perché gli abusi sono ‘un culto sacrilego’ che lascia cicatrici per tutta la vita, una ‘terribile oscurità”.