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Presa di Roma e donne schiave, la “strategia antica” dei terroristi islamici

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Nello scontro di civiltà che vedrebbe contrapposti Occidente e Islam l’ultima chiamata degli jihadisti è quello della conquista di Roma dove “spezzare le croci e rendere schiave le donne cristiane”. Un atto di propaganda, sicuramente, ma che nella storia ha i suoi “richiami”. A spiegarlo c’è un articolo di Adriano Prosperi sulla Repubblica di oggi, secondo il quale quello che ci si para davanti sembra piuttosto l’incarnazione di un incubo, il ritorno di fiamma di un cupo riflesso periodicamente reviviscente della volontà di potenza: si tratta di fanatizzare i combattenti alla conquista ricorrendo al nome più ovvio, quello che simboleggia da millenni il potere imperiale. Perché “è da Roma che sono nate le scansioni degli imperi storici, è dal nome di Cesare che sono gemmate le denominazioni del potere autocratico russo o germanico”.


Oggi lo Stato islamico, sostanzialmente, rilancia quella eterna sfida riprendendo dal Corano e dalla tradizione islamica più antica. Ma, spiega Prosperi, non dobbiamo dedurre da questo che siamo davvero davanti alla rinascita dell’Islam combattente, di quell’incubo che per secoli ha turbato i sonni dell’Occidente cristiano. Maometto aveva parlato del Jihad, ma questa parola non aveva per lui il significato militare che doveva assumere in seguito durante l’espansione islamica. Segnalando che “ il termine indicava piuttosto la lotta interiore del credente che investe le sue energie nella ricerca della perfezione”. Tra i detti di Maometto, ricorda l’articolo, c’era anche la profezia che un giorno Roma sarebbe stata conquistata. Quella profezia sembrò prossima a realizzarsi quando i saraceni saccheggiarono Lampedusa nell’812, e ancor più quando nell’846 risalirono il Tevere con ben settanta navigli e giunsero fino a San Pietro. “Ma quella che era in atto allora non era il compimento di un disegno profetico, un intervento divino sul mondo. Era la grande svolta della storia del mondo occidentale, il mutamento dei rapporti di forza nel Mediterraneo. Con l’evidenza che gli attuali jihadisti, con la propaganda e gli atti di forza, stanno interpretando così un disegno antico.


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