Tre anni di carcere per aver postato su internet il video di un “matrimonio gay”. È la condanna inflitta da un tribunale del Cairo a otto ragazzi, arrestati lo scorso settembre. La prima accusa era di “incitamento alla dissolutezza” e “pubblicazione di immagini indecenti”, ma la corte ha poi preso in esame solo l’accusa di aver diffuso il video, che è stato poi ampiamente rilanciato dai social network. Nel filmato, girato in agosto, si vede un gruppo di ragazzi che festeggia con musica e balli a bordo di un barcone che naviga sul Nilo. I due “sposi”, vestiti in abito scuro e cravatta, si scambiano gli anelli, e subito scattano gli applausi degli amici.

Nel corso del processo, il procuratore aveva ordinato che i giovani fossero sottoposti a “ispezione fisica” per verificare la loro omosessualità, facendo insorgere le organizzazioni per i diritti umani. La “perizia” affermò poi che i ragazzi “non avevano mai avuto rapporti sessuali con altri uomini”. Sebbene l’omosessualità non sia un reato in Egitto, i gay sono stati spesso perseguiti e condannati in base ad altre leggi.