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Paragoni pericolosi: «Putin come Hitler. Così iniziò la Seconda guerra mondiale»

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Dai libri di scuola qualcuno, o forse più di qualcuno, ricorderà l’Anschluss: Adolf Hitler, nel 1938, annette l’Austria. Poi, qualche mese dopo la Cecoslovacchia e di lì carri armati tedeschi verso la Polonia. Un tassello dopo l’altro e fu la Seconda guerra mondiale. Allora l’Europa restò a guardare. Uno scenario ricordato dal premier britannico, David Cameron, secondo il quale l’Europa (e l’Occidente in generale) con Vladimir Putin sta ripetendo «gli errori commessi a Monaco nel 1938» con Hitler. Che sia o no l’inizio della terza guerra mondiale è, più o meno, il ripetersi dello schema che ha gettato il Vecchio continente nella Seconda. Di fatto la Russia ha “annesso” la Crimea, ha schierato le sue truppe in Ucraina e il suo presidente ha dichiarato che conquistare l’Ucraina intera per le sue forze armate sarebbe possibile in due settimane. Fatti senza precedenti dal 1945 in avanti, resi ancora più gravi dall’esistenza della compagine europea che ha garantito pace e stabilità. Un equilibrio che si è rotto. E sbaglia chi tenta di derubricare il tutto a questione essenzialmente regionale, di una potenza, Mosca, che cerca di non perdere completamente l’ex “giardino di casa” sovietico che si è in parte spostato politicamente verso Ovest. Come Cameron la pensa lo studioso di relazioni internazionali Zbigniew Brzezinski le cui analisi non sono certo da sottovalutare: «L’Europa è stata troppo remissiva con Putin sulla Crimea». Come dire che glielo ha permesso, “autorizzandolo” a compiere i passi successivi. Mettendo l’Europa in pericolo.


 

 


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