Heinrich Himmler, capo della Gestapo e delle SS e architetto della Soluzione finale. Il dottor Josef Mengele, che faceva i suoi esperimenti sulla carne viva dei prigionieri. Adolf Eichmann, capace di organizzare la deportazione nei campi di concentramento con la banale metodicità di un impiegato… È una sfilata di mostri l’archivio della United Nations War Crimes Commission, che tra il 1943 e il 1949 mise insieme 370 mila pagine di documenti con i nomi dei criminali di guerra e le prove che poi li fecero condannare. Sono rimasti inaccessibili per oltre 70 anni, ma ieri, in occasione della Giornata della Giustizia Penale Internazionale, l’Holocaust Memorial Museum di Washington ha annunciato l’apertura di quell’archivio a chiunque voglia capire chi e cosa c’era dietro una della più grandi tragedie della Storia dell’uomo. Intanto, ha messo online sul suo sito una mostra sulla collaborazione e la complicità nell’Olocausto, che documenta come anche tantissimi semplici lavoratori, poliziotti locali, vicini di casa o sedicenti amici diedero il loro piccolo ma letale contributo allo sterminio di milioni di persone.