Nel cuore di Buenos Aires, mentre l’eco della scomparsa di papa Francesco ancora scuote il mondo, un’inaspettata notizia rischia di gettare un’ombra sulla memoria del pontefice argentino: l’edificio in cui nacque e visse i primi cinque anni di vita, al civico 628 di via Varela, nel quartiere Flores, è minacciato di demolizione. Un palazzo anonimo, all’apparenza come tanti, ma che custodisce l’inizio del cammino di Jorge Mario Bergoglio, destinato a diventare una delle figure più amate e discusse della storia recente della Chiesa.
Attualmente, l’edificio non gode di alcuna protezione legale né di vincoli architettonici, e l’unico segno tangibile del suo valore è una targa commemorativa apposta nel 2014. A denunciare il rischio concreto che l’immobile venga abbattuto, magari per far spazio a nuovi sviluppi urbanistici, è il gruppo cittadino “Basta demolizioni”, che da tempo si batte per la salvaguardia del patrimonio storico della capitale argentina. “Il paradosso è che la casa natale di papa Francesco potrebbe sparire per sempre senza alcuna tutela. Solo una targa a ricordarla, ma nessuna protezione effettiva”, è il grido d’allarme lanciato dall’organizzazione, che chiede l’intervento immediato delle autorità municipali per dichiarare l’edificio patrimonio storico protetto.
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Papa Francesco, la casa di Buenos Aires è a rischio demolizione
La vicenda, tuttavia, come riporta Gaucho News, affonda le radici già oltre un decennio fa. Secondo quanto riportato da Tiempo Argentino, l’edificio fu sottoposto a valutazione dal Consiglio consultivo per gli affari patrimoniali (Caap) nel 2010, in quanto costruito prima del 1940. Ma, nonostante il legame con la figura del futuro papa, l’organismo ritenne che l’immobile non possedesse sufficiente valore architettonico per essere tutelato. Nemmeno l’elezione di Bergoglio a pontefice, avvenuta nel 2013, spinse le autorità a riesaminare la decisione. “Non è il governo che decide se un edificio ha valore storico o no, ma il Caap”, hanno ribadito i funzionari municipali, sottolineando come all’epoca l’immobile non rispondesse ai criteri previsti per la protezione.

Eppure, lo scenario appare ancor più paradossale se si osserva che altri luoghi legati alla giovinezza del pontefice, come l’abitazione di Membrillar 531, sono stati riconosciuti come siti storici e inclusi in circuiti turistici e formativi. Proprio quella casa, ritenuta per anni la sua residenza d’infanzia, è oggi una tappa obbligata per chi desidera conoscere più da vicino le radici del papa. Ma uno studio dello storico Daniel Vargas ha ribaltato questa narrazione, dimostrando attraverso il certificato di nascita di Bergoglio che la sua prima casa fu proprio quella di via Varela 628.


In un momento carico di commozione, con i funerali di papa Francesco fissati per sabato 26 aprile alle ore 10 sul sagrato della Basilica di San Pietro, la prospettiva della demolizione della sua casa natale rischia di diventare una ferita simbolica per milioni di fedeli. Una memoria fragile, custodita tra le mura di un edificio qualunque, che oggi più che mai reclama rispetto. L’appello alla tutela della casa dove tutto ebbe inizio non è soltanto un gesto di conservazione storica, ma un atto di riconoscimento verso una vita che ha lasciato un segno profondo nella storia del cattolicesimo e del mondo.