Una vera e propria tortura quella che una bambina è stata costretta a subire per la bellezza di nove anni, per la precisione da quando ne aveva due, lamentando un continuo fastidio all’orecchio che però i medici puntualmente non riusciva ad alleviare. La causa del problema? Soltanto del cerume che si era accumulato, secondo gli specialisti che l’avevano di volta in volta visitata e rispedita a casa, incapaci di spiegarsi il perché di tante lamentele da parte della piccola che probabilmente credevano un po’ viziata e fantasiosa. In realtà, però, la povera ragazzina, oggi 11enne, di ragioni per alzare la voce ne aveva e parecchie. Come raccontato dalla testata britannica Daily Mail che ha ricostruito la vicenda, infatti, all’interno del suo orecchio si nascondeva una piccola perla, finita lì chissà come quando lei era in tenerissima età e rimasta incastrata dentro per tutto questo tempo. Soltanto dopo l’ennesimo controllo la verità, a sorpresa, è saltata fuori, dimostrando così la bontà della versione della povera bambina. (Continua a leggere dopo la foto)
La ragazzina, di cui non sono state diffuse le generalità, era sempre stata rimandata a casa: i medici sostenevano che avesse un accumulo innaturale nelle orecchie che le causava il fastidio, niente di più. Soltanto quando aveva viaggiato in India per una vacanza visitando uno specialista del luogo al ripresentarsi del problema era riuscita a trovare finalmente una soluzione. Il dottore, di origini indonesiane, l’ha visitata nella città di Bali, conosciuta anche come “L’isola degli dei”, e ha rimosso il corpo estraneo dal suo orecchio: la perla aveva uno spessore di circa 5 millimetri ed era rimasta all’interno per la bellezza di nove anni. (Continua a leggere dopo le foto)
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Di origini inglesi, la giovane si trovava sul posto per una vacanza con i genitori e aveva deciso di farsi visitare al riacutizzarsi del dolore. La madre non è riuscita a credere ai suoi occhi: “Dopo 9 anni avanti e indietro dagli ospedali non sapevamo nemmeno noi come fare, eravamo disperati. Tutti continuavano a dirci che non era niente ma lei continuava a piangere e disperarsi. Riuscire a capire il suo problema e risolverlo è stato come la fine di un incubo. Ora potrà affrontare finalmente le sue giornate senza più quella preoccupazione”.