Il suo sguardo incantava, era una ragazza timida, amava i bambini e aveva voglia di fare un’esperienza all’estero. Sophie Lionnet, una ragazza francese di 20 anni nel gennaio 2016 si era trasferita a Londra, zona Wimbledon, per perfezionare il suo inglese e guadagnare un po’ di soldi per finanziare i suoi studi. Per mantenersi aveva preso un lavoro alla pari presso la famiglia di Sabrina Kouider, 35 anni, e il compagno Ouissem Medouni, 40 anni per occuparsi dei loro bambini di 6 e 9 anni. Era convinta di aver trovato in questa famiglia, consigliatale da una sua amica di università, il luogo ideale per crescere, professionalmente e non solo. Ma quella casa è stata una trappola. Il corpo di Sophie è stato infatti trovato quasi carbonizzato nel giardino di casa della coppia, il 20 settembre scorso, dopo le segnalazioni di alcuni vicini che avevano visto una colonna di fumo alzarsi dall’abitazione della coppia. Un lungo calvario fatto di torture fisiche e psicologiche, minacce, maltrattamenti, fino alla morte. Sophie si è ritrovata intrappolata in un “incubo familiare”, ha spiegato l’accusa. (continua dopo le foto)

All’inizio la padrona di casa l’ha accusata di averle rubato dei gioielli, poi la situazione è ulteriormente degenerata con percosse e minacce. L’autopsia ha rivelato fratture allo sterno e alla mandibola, quattro costole rotte ed ematomi sul braccio sinistro, schiena e petto. L’ossessione di Sabrina Kouider era che Sophie fosse d’accordo con il suo ex e padre di uno dei suoi figli, Mark Walton, fondatore dei Boyzone, per seviziare e abusare dei suoi bambini. “Mi chiamano puttana senza motivo – scriveva la ragazza al padre – mi accusano di cose che non farei mai”. Ma questo era solo l’inizio. Secondo l’accusa la coppia ha registrato ore di “interrogatori” nei quali la ragazza veniva costretta ad ammettere di aver commesso nefandezze mai avvenute. (continua dopo le foto)


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Sophie era diventata prigioniera della coppia di aguzzini che su di lei avevano assunto un potere totale, arrivando a sequestrarle la carta d’identità per impedirle di fuggire. In tutto ciò la giovane era abbandonata a se stessa e nessuno l’ha aiutata. Né la polizia, dove è stata trascinata da Kouider che però le ha rimandate a casa senza indagare: nessuno si spiegava perché la donna non licenziasse una ragazza alla pari che accusava di furto, né i vicini. Un commerciante della zona la avrebbe vista piangere e le avrebbe offerto aiuto, ma Sophie lo avrebbe rifiutato. Il processo durerà almeno 5 settimane e verranno visionate più di otto ore di video girati dalla “coppia diabolica”. Ouissem Medouni e Sabrina Kouider sono accusati di omicidio e di ostacolo alla giustizia.
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