La notizia era nell’aria da diversi giorni, ma la decisione, che spetta alla regina Elisabetta, era tutt’altro che scontata, soprattutto dopo l’annuncio del memoriale del principe Harry, che dalla California fa il bello e il cattivo tempo con la Corona, salvo poi pretendere per i propri figli pari trattamento dei cuginetti George, Charlotte e Louis. “La famiglia reale non è stata presa alla sprovvista dalla notizia” – fa sapere un portavoce del Palazzo, che per la prima volta non ha voluto commentare la notizia, limitandosi a dichiarare: “Qualsiasi chiarimento sul libro sarebbe una domanda per il duca e la duchessa di Sussex”.
Ora il momento tanto atteso è arrivato: Lilibet Diana, la figlia di Harry e Meghan, è stata ufficialmente inserita nella linea di successione al trono inglese. In questo modo anche lei potrà ambire alla Corona della regina Elisabetta, di cui porta anche il nomignolo: è ottava in linea di successione. Prima di lei il nonno Carlo, principe del Galles ed erede apparente al trono dal 6 febbraio 1952, il principe William, duca di Cambridge e primogenito di Carlo e Diana, il principe George, la principessina Charlotte e il principe Louis. Dopo di loro, in sesta posizione, il principe Harry, seguito dai figli Archie e Lili.
Insomma tutto va come auspicato da Harry e Meghan che per i loro figli vorrebbero anche un titolo principesco al pari dei figli di William e Kate. Tuttavia in molti si sono domandati il motivo per cui la Corona abbia atteso 40 giorni dalla nascita della piccola, avvenuta il 6 giugno scorso, per annunciare la notizia. Solitamente questi tempi si aggirano intorno alle due settimane. Secondo il commentatore reale Chris Ship, della rete televisiva Itv, l’attesa è stata tutt’altro che casuale. Si è trattato infatti di una prova di forza della regina, che a 95 anni compiuti non ha rinunciato a dare una lezione di stile ai duchi di Sussex, dimostrando come nulla sia loro dovuto e che tutto sia concesso per volontà regia.
La legge attualmente in vigore che regola la successione al trono in Inghilterra risale alla fine del XVII secolo quando, dopo la fuga di Giacomo II dal Paese nel 1688, il Parlamento dichiarò il trono vacante e lo offrì non al primogenito del re, ma alla figlia Maria e a suo marito Guglielmo d’Orange. In questo modo si inaugurò una tradizione, sancita anche dalla Carta dei diritti del 1689, in base alla quale il re o la regina governa solo attraverso il Parlamento, che in base all’Atto di Insediamento ha il potere di determinare il titolo regale, ma anche di destituire il sovrano se considerato indegno.
Ci sono una serie di condizioni che il regnante deve soddisfare per poter governare. Nello specifico, un cattolico romano è escluso dalla successione al trono. Il re deve inoltre essere in comunione con la Chiesa d’Inghilterra e giurare di preservare la Chiesa d’Inghilterra stabilita e la Chiesa di Scozia stabilita, oltre che promettere di sostenere la successione protestante.