Strage al campus universitario di Garissa. Almeno 15 morti dopo l’attacco di un commando armato. Siamo nel nord-est del Kenya, a 150 chilometri dalla frontiera con la Somalia. Lo ha reso noto la polizia. All’alba alcuni miliziani armati, presumibilmente Shebaab somali, sono penetrati nel campus, che ospita 887 studenti, e si sono asserragliati in un dormitorio. Per diverse ore, secondo i media keniani e la Croce Rossa, sono risuonate esplosioni e colpi di arma da fuoco.
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Le autorità keniote al momento non hanno notizie certe su 550 degli 815 studenti del campus, fuggiti o rapiti? “Quando gli assalitori sono arrivati nel dormitorio”, ha riferito Collins Wetangula, di una associazione studentesca, “hanno iniziato a chiedere se eravamo cristiani o musulmani. Ai primi sparavano sul posto.” Un portavoce del gruppo ha detto alla Reuters che i militanti hanno liberato i musulmani, mentre hanno ucciso diversi cristiani. Altri cristiani, ha aggiunto l’uomo, sono ancora tenuti in ostaggio dagli insorti.
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Arrestato un sospetto Un sospetto è stato arrestato. Lo ha riferito il ministro dell’Interno del Kenya, Joseph Nkaissery, precisando che l’uomo è stato fermato mentre stava cercando di fuggire dal luogo dell’assalto. I militanti, ha spiegato Nkaissery, sono arrivati nel campus da una vicina moschea, hanno ucciso due guardie e si sono poi recati negli alloggi degli studenti. Quattro poliziotti che si trovavano sul posto sono rimasti feriti.
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