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È morto in carcere il boss James “Whitey” Bulger: la sua agghiacciante storia

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È morto in carcere martedì 30 ottobre il gangster James “Whitey” Bulger, noto soprattutto per la sua attività a Boston negli anni Settanta e Ottanta, all’interno della Winter Hill Gang. James Bulger aveva 89 anni ed era in carcere nel 2011, quando fu arrestato dopo essere stato per anni uno dei principali ricercati dall’FBI. Nel 2013 era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di 11 persone. Bulger, di origini irlandesi, era stato a capo della Winter Hill Gang di Boston, grande rivale della mafia italo-americana. E proprio per questa rivalità, era riuscito a stringere un patto con l’Fbi. Il Bureau chiudeva un occhio sulle sue attività, ma in cambio “Whitey” passava loro ogni informazione sulla “famiglia” che dominava Boston, i Patriarca.

Le autorità non forniscono informazioni sulla sua morte, se non che è stato ucciso. Ovvio che si pensi a un regolamento dei conti contro questo ganster che, pur mentre guidava una banda di crimine organizzato fra le più letali del Paese, riuscì a manipolare l’Fbi per disfarsi della grande rivale, la famiglia Patriarca. Su di lui sono stati realizzati vari film. Ma forse il ruolo più noto che si ispirava a lui, è stato il personaggio di Frank Costello, interpretato da Jack Nicholson, nel film “The Departed” di Martin Scorsese. (Continua a leggere dopo la foto)



Con l’aiuto di Howie Carr, Bulger divenne uno degli uomini più temuti di Boston, nel 1972, controllando tutta la città. Riuscì a sottrarre un locale di giochi d’azzardo e tutte le proprietà al capo mafioso rivale Indian Joe Notarangeli. Si dice anche che tutti i membri di Notarangeli si fossero convertiti alla Winter Hill Gang, ad eccezione di due che avrebbero tentato, invano, una fuga e che sarebbero poi stati uccisi. Si dice inoltre che Notarangeli fosse poi stato ucciso da Al Plummer, divenuto membro della banda di Bulger. Nel 1973 Bulger cominciò ad usare metodi pesanti per sbarazzarsi della Mullen Gang, ad esempio uccidendo Spike O’Toole, servendosi di Johnny Martorano.  (Continua a leggere dopo la foto)


Il veterano Paul McGonagle, nel novembre 1974, venne colpito alla testa da uno sparo di Bulger e seppellito in una fossa nella spiaggia di Tenean Beach a Boston; si presume che McGonagle avesse un coinvolgimento diretto con l’assassinio di alleati di Bulger: Eddie Connors, nel gennaio 1974, Tommy King e Buddy Leonard, nel novembre 1975. Verso la fine del 1975 – come si è saputo nel 1997 a seguito delle dichiarazioni del Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti – grazie a sue collaborazioni con l’FBI, riuscì a mandare tutti i suoi avversari in prigione. Bulger portò avanti il suo potere, mediante traffici di narcotici, marijuana, cocaina, ecc. e limitando le pressioni delle bande rivali, fino agli inizi degli anni ’90.  James J. Bulger è stato fra i primi dieci più ricercati sull’elenco dell’FBI e gli fu attribuita una taglia pari a 2 milioni di dollari. L’ultimo avvistamento di Bulger prima della cattura del 2011 avvenne nel 2002 a Londra e poi in Uruguay. Nell’aprile del 2007 vi fu un presunto avvistamento anche in Italia, presso Taormina, in Sicilia, e sull’autostrada Milano Torino, oltre che a Villanovaforru, Siena, Agrigento e Portofino (anche se quest’ultimi risalgono ad anni precedenti), dopodiché sarebbe di nuovo stato avvistato nel Regno Unito.  (Continua a leggere dopo la foto)


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Il 29 giugno 2015, in una lettera scritta in prigione e rivolta a tre studentesse dell’Apponequet Regional High School (situata a Lakesville in Massachusetts), intenzionate a intervistarlo per un progetto di storia, espresse il proprio pentimento per le gravi azioni da lui commesse nel corso della sua vita scrivendo di “aver sprecato e speso la sua vita scioccamente, e di aver portato vergogna e sofferenza ai suoi genitori e ai suoi fratelli e finirà presto”, oltre al fatto di aver preso la cattiva strada e di sapere per certo che “se si vuole far pagare il crimine bisogna andare alla scuola di legge”; tuttavia Patricia Donahue (moglie di una delle vittime del boss di origini irlandesi) espresse le sue perplessità sul pentimento di Bulger in quanto secondo lei, da quanto si evince nella lettera Bulger si è pentito solamente di aver fatto soffrire la sua famiglia e non per i suoi crimini…

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