Schiave dei combattenti Isis o costrette a sposare uno di loro. Questo è, il più delle volte, il destino delle donne fatte prigioniere dai miliziani dello Stato islamico. A farne le spese le donne “infedeli” alle quali viene anche chiesto di convertirsi all’Islam. Anche adolescenti, sottolinea un rapporto ad hoc della Ong internazinoale Human Rights Watch. Tra loro molte donne yazide, la prima etnia a fare i conti con la violenza dei guerriglieri Isis.