L’allarme di papa Francesco non arriva a caso, ma è una diretta conseguenza del suo viaggio in Corea dove ha voluto sottolineare la divisione tra Nord e Sud basata su una dura e incomprensibile contrapposizione ideologica. Secondo il pontefice il mondo si trova attualmente in una fase delicata, preoccupante. Bergoglio ha denunciato l’efferatezza delle guerre non convenzionali e il fatto che sia stato raggiunto “un livello di crudeltà spaventosa” di cui spesso sono vittime civili inermi, donne e bambini. La tortura, ha aggiunto, “è diventata un mezzo quasi ordinario”. Questi “sono i frutti della guerra, qui siamo in guerra, è una Terza guerra mondiale ma a pezzi”. Una lettura combinata, la sua, delle varie crisi che stanno interessando tutti i quadranti geopolitici. E tra questi ne ha citati due, informando che è disposto a recarsi sia in Kurdistan che in Cina. Circa la crisi irachena è stato molto chiaro e le sue parole interrogheranno i principali policy maker: “Dove c’è un’aggressione ingiusta posso solo dire che è lecito fermare l’aggressore ingiusto, sottolineo il verbo fermare, non bombardare o fare la guerra”. Una risposta precisa a chi gli ha chiesto di dire la sua sui bombardamenti Usa in Iraq.
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