I medici erano tutti d’accordo: per non c’era più nulla da fare. “Morte cerebrale”, avevano sentenziato, chiedendo al marito l’autorizzazione a staccare la spina. Invece lei, ferma nel letto del Luton e Dunstable Hospital (Regno Unito) per una paralisi totale, sentiva tutto ma non poteva comunicare in alcun modo. Jenny Bone, 40 anni, al marito John, 58, aveva sempre detto che, in caso fosse finita in stato vegetativo, avrebbe voluto l’eutanasia.
John, quando quelle che erano solo chiacchiere sono diventate realtà, ha mandato all’aria le promesse fatte alla moglie e ha detto no: non si stacca nessuna spina, aspettiamo. Jenny è stata messa in coma farmacologico e dopo due giorni i medici sono tornati alla carica: stacchiamo la spina? Ma John, ancora una volta, ha detto no. E aveva ragione lui. Appena dieci di giorni e la sua Jenny ha dato segni di ripresa: i medici avevano sbagliato, non era morta. E di lì a poco si è risvegliata. Tutto questo accadeva nel marzo dello scorso anno. Dopo due mesi di cure Jenny è tornata a casa, ha ripreso a lavorare
La donna era stata colpita da una rara malattia nervosa, nota come sindrome di Guillain-Barre, che la portò alla paralisi. L’incubo cominciò nel marzo dello scorso anno, quando si ritrovò all’improvviso seduta in terra senza riuscire a rialzarsi, con dei formicoli che salivano dai piedi fino alle ginocchia. Il suo medico la mandò al Luton e Dunstable Hospital, dove la situazione precipitò. “Ogni nervo del mio corpo stava morendo – racconta ora – ed è stato incredibilmente doloroso. Non avevo riflessi e i miei occhi erano fissi e dilatati. Non potevo rispondere agli stimoli del dolore perché ero paralizzata”.
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