Quello che tutti temevano è accaduto. È di nuovo guerra nel cuore dell’Europa. Il presidente della Russia Vladimir Putin, poco dopo le 5:45 di giovedì 24 febbraio, in tv annuncia: “Ho deciso di autorizzare un’operazione militare speciale nel Donbass, in Est Ucraina”. Una dichiarazione di guerra in piena regola. Seguita dalla minaccia: “Per tutti coloro che dall’esterno cercheranno di interferire: la risposta della Russia porterà a conseguenze che non avete mai sperimentato”.
Subito dopo arrivano le notizie di esplosioni e bombardamenti in diverse città ucraine, da Kharkiv a Odessa compresa la capitale Kiev. “L’obiettivo – ha dichiarato Putin – è difendere le persone vittime degli abusi e del genocidio commesso dal regime di Kiev. Ci impegneremo per la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina. E anche per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa. Le nostre azioni sono un’autodifesa contro le minacce”.
Le città ucraine sono sotto attacco. Nella capitale Kiev risuonano le sirene e i cittadini sono in fuga. Truppe russe stanno entrando anche dalla Bielorussia e dalla Crimea. Il Cremlino afferma che sono attaccati “asset militari ucraini e base aeree” con armi di alta precisione, ma per i media ci sono “palazzi e strutture commerciali distrutte a Kiev”. Da Mosca arriva la notizia: “Abbiamo soppresso i sistemi di difesa aerea delle forze ucraine”. La navigazione nel mar d’Azov è bloccata. Intanto il presidente ucraino Zelensky ha introdotto la legge marziale e ai cittadini viene chiesto di “non uscire di casa e di stare calmi”. Almeno 7 morti e 9 feriti nei bombardamenti.
Le parole di Putin: “I piani della Russia non includono l’occupazione delle terre ucraine”, ma fin dal riconoscimento delle repubbliche indipendenti su territorio ucraino Putin ha di fatto disconosciuto la sovranità di Kiev sul proprio territorio. “Non imponiamo nulla a nessuno con la forza. La libertà è al centro della nostra politica”. Poi si rivolge agli ucraini: “Padri, nonni e bisnonni non hanno combattuto contro il nazismo per servire la giunta antipopolare oggi. Deponete le armi e potrete tornare a casa in sicurezza. Ogni responsabilità dello spargimento di sangue ricadrà sul regime di Kiev”.
Draghi: Il Governo condanna l’attacco della Russia all’#Ucraina, ingiustificato e ingiustificabile. L’Italia è vicina al popolo e alle istituzioni ucraine in questo momento drammatico. Al lavoro con alleati europei e NATO per rispondere immediatamente, con unità e determinazione
— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) February 24, 2022
A nulla sono valsi i tentativi di accordi diplomatici da parte degli europei e dell’Onu. Lo stesso appello del presidente ucraino Volodimir Zelensky in russo, sua lingua natale, ai russi: “Aiutateci a fermare la guerra”, non ha avuto l’effetto sperato. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter: “Putin ha lanciato un’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Città ucraine pacifiche sono sotto attacco. Questa è una guerra d’aggressione. L’Ucraina difenderà se stessa e vincerà. Il mondo può e deve fermare Putin. Il tempo di agire è adesso”.