Non arrivano buone notizie dal fronte di guerra in Ucraina. Nelle ultime ore, i russi hanno intensificato gli attacchi e i raid hanno colpito la base di Yavoriv, città dell’oblast di Leopoli. Le vittime sono 35, i feriti 134. Numerosi italiani, 34 dei 400 ancora nel paese teatro dei combattimenti, sono al momento bloccati. Uno di loro ha raccontato al Corriere della Sera: “Non possiamo uscire da Kherson, perché i russi sparano a vista. Abbiamo le provviste limitate. Speriamo ci tirino presto fuori di qui”.
È un vero e proprio incubo, ma potrebbe diventare una catastrofe. Proprio nelle ultime ore ha parlato il filosofo considerato l’ideologo di Putin. Si chiama Aleksandr Gel’evič Dugin e Luigi Mascheroni lo ha intervistato per il Giornale. Per Dugin l’Occidente, e con esso il Capitalismo, sintetizzerebbe “la rivolta della Terra contro il Cielo”. Secondo questa prospettiva, “una volta che il Cielo reagisce, gli dei restaurano la misura”. Per dirla altrimenti, Putin starebbe semplicemente ristabilendo un ordine che l’Occidente avrebbe portato fuori equilibrio.
Particolarmente apprezzato dai sovranisti Aleksandr Dugin è considerato un filosofo non allineato. Il suo punto di vista, sebbene “non esente da parzialità e propaganda” può far comprendere meglio cosa sta realmente succedendo in Ucraina e nel cuore dell’Europa. Dugin sostiene che “la popolazione appoggia completamente Putin. Non c’è una vera opposizione. E non tanto perché c’è una censura contro chi critica le operazioni militari in Ucraina, ma perché il popolo russo è davvero solidale con il Presidente”. Inoltre il popolo russo sarebbe “preparato” perché capisce che la pressione della Nato contro le frontiere russe “è inaccettabile”.
Dugin evita di rispondere se abbia visto o meno Putin di recente. Ma alla domanda “Cosa sta succedendo in Ucraina?” replica: “!Per capirlo occorre risalire alle cause e leggere la dissoluzione dell’Urss dentro un contesto non solo ideologico ma geopolitico. E se la geopolitica è la scienza che considera il mondo come il campo di battaglia tra potere marittimo e potere terrestre, in questo senso la fine dell’Urss è stata la vittoria del potere del mare e il crollo del potere della terra. Dopo il 1989 la Russia ha perso autorità sulle sue zone di controllo a favore dell’occidente e l’occidente ha acquistato influenza in questo vuoto, che era la conseguenza della debolezza del potere terrestre. Si è dissolto il patto di Varsavia e si è rafforzata la Nato”.
Aleksandr Dugin nega che la Russa abbia invaso l’Ucraina. Il filosofo preferisce parlare di “operazione militare” con due scopi. Come spiegato da Putin: “denazificare il Paese” e “far tornare l’Ucraina nella sfera d’influenza russa”. Sulle condizioni di salute del presidente Dugin smentisce che sia ‘poco lucido, malato, distaccato dalla realtà’.
Anzi quello di oggi, dice, è un Putin “iper-solare”. Infine sul rischio maggiore, ovvero l’uso della bomba atomica, Dugin afferma: “Tutto dipende dagli Stati Uniti. Se Washington si limita alle sanzioni, alle pressioni politiche e agli appoggi economici all’Ucraina, insomma se l’Occidente sosterrà indirettamente Kiev tutte azioni legittime non succederà nulla. Se però ci sarà un attacco diretto della Nato, allora la Russia risponderà con mezzi simmetrici. Se ci sentiremo minacciati sul nostro territorio, useremo le armi nucleari”.
di Cristina La Bella