Una tragedia immane si è consumata in Russia. Una giornalista ha deciso di farla finita con un suicidio tanto clamoroso quanto significativo. La donna, Irina Slavina, che lavorava come direttrice di ‘Koza.Press’, è deceduta dopo essersi data fuoco. Ha perso dunque la vita, avvolta dalle fiamme, che non le hanno dato alcuno scampo. E nell’ultimo messaggio scritto sul social network Facebook, ha voluto indicare il colpevole del suo gesto estremo. E non si tratta di un nome qualunque.
Ha infatti addossato tutte le responsabilità a Vladimir Putin. In veste di reporter aveva raccontato le proteste scoppiate a Nizhny Novgorod. E nel post online ha riportato la seguente frase emblematica: “Vi chiedo di incolpare la Federazione russa per la mia morte”. La giornalista si è suicidata proprio nei pressi della sede locale del ministero degli Interni russo, nella città di Nizhny Novgorod. Il suo decesso è avvenuto praticamente sul colpo e i soccorsi si sono rivelati inutili. (Continua dopo la foto)
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Ad annunciare la sua dipartita è stata proprio l’agenzia russa ‘Koza.Press’ dove ha lavorato come direttrice. Proprio nella giornata di ieri, giovedì primo ottobre, la polizia aveva fatto il suo ingresso all’interno della sua casa per mettere sotto confisca sia il suo computer che i suoi telefoni cellulari. La sua agenzia si era sempre prefissata un obiettivo da perseguire, ovvero “informare senza censura, senza ordini dall’alto”. Era dunque considerata una giornalista abbastanza scomoda. (Continua dopo la foto)
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Durante la sua intervista a ‘The Insider’, Irina Slavina aveva dichiarato: “Prima che iniziasse la perquisizione mi è stato offerto di consegnare volontariamente opuscoli e volantini di Open Russia, ovvero l’organizzazione fondata da Mikhail Khodorkovsky con sede a Londra. Ma è chiaro che non potevo in alcun modo aiutare l’indagine, dato che non ho nulla a che fare con Open Russia. Come giornalista non posso ignorare questi eventi e ne ho scritto. Ho partecipato due volte alla catena”. (Continua dopo la foto)
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Poi aveva concluso: “Quello che sta succedendo non può che riguardare me come residente di Nizhny Novgorod e come cittadina”. Le accuse della Russia sono che Open Russia stia finanziando questo tipo di proteste. Le manifestazioni sono state organizzate contro “lo sviluppo predatorio e peggiorativo” di uno dei luoghi più belli della zona, ovvero il parco svizzero.
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