Fino alla metà degli anni ’60 l’omosessualità in Inghilterra veniva considerata un “atto indecente”, e 50mila uomini vennero condannati con questa accusa. Tra questi figura Alan Turing, il matematico omosessuale diventato protagonista del film a lui dedicato, ora nelle sale, candidato a 8 premi Oscar: The Imitation Game. Turing decifrò il Codice Enigma dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale ed è considerato il padre del computer, oltre che un eroe nazionale. Ammise di avere una relazione con un suo amico, e per questo dovette scegliere se andare in carcere o ricevere la castrazione chimica: scelse la seconda e finì per suicidarsi nel 1954. 6 anni fa lo Stato Britannico ha posto le sue scuse al matematico, “riabilitandolo” e cancellando in postumo il crimine di cui era stato accusato.
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Ora una lettera pubblicata dal Guardian esorta le autorità del Regno Unito e la famiglia reale ad allargare il perdono a tutte le persone che, come Turing, sono state condannate per omosessualità. Tra i 40mila firmatari ci sono l’attore protagonista del film Benedict Cumberbatch, il regista Morten Tyldum, l’attore Stephen Fry, e Rachel Barnes, la nipote di Turing. La lettera conclude così: “Le scuse e il perdono ad Alan Turing vanno benvenuti, ma ignorano gli altri 49 mila uomini condannati in base alla stessa legge, molti dei quali si sono suicidati come conseguenza delle accuse ricevute. È possibile che 15 mila di loro siano ancora in vita“. La richiesta è quindi di “cancellare questo marchio infame dalla nostra storia e agire affinché venga cancellato”.
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