La morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile 2025 all’età di 88 anni, ha provocato un’ondata di cordoglio che ha attraversato ogni angolo del pianeta. Dalle grandi potenze alle nazioni più piccole, tutti i capi di Stato, i primi ministri e le principali figure della politica internazionale hanno espresso pubblicamente il proprio dolore per la scomparsa del Pontefice argentino, che ha segnato con forza il suo tempo. In una rassegna globale di commozione, si sono levate parole da parte di leader religiosi e politici, da Washington a Mosca, con persino il presidente russo Vladimir Putin che ha fatto sentire la propria voce in memoria di Jorge Mario Bergoglio.
In questo coro unanime di reazioni, era spiccato un grande assente: la Cina. Da Pechino, infatti, non è giunto alcun messaggio ufficiale. Il silenzio poi è stato rotto con un tweet in cui Pechino ha espresso oggi il suo cordoglio per la morte di Papa Francesco per bocca del portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun. “La Cina esprime il suo cordoglio per la morte di Papa Francesco. Negli ultimi anni, Cina e Santa Sede hanno mantenuto contatti costruttivi e avviato scambi proficui” ha detto Guo nella quotidiana conferenza stampa. “La Cina – ha aggiunto – è disposta a collaborare con la Santa Sede per promuovere il continuo miglioramento delle relazioni sino-vaticane”. Molti utenti di X non solo bollano il messaggio non solo come tardivo, ma anche come poco sincero data la questione Taiwan.

Papa Francesco, da Pechino nessun messaggio di cordoglio
Un atteggiamento marcato se paragonato alla posizione adottata da Taiwan. Qui, la reazione alla morte del Pontefice è stata di segno completamente opposto. Il presidente Lai Ching-te ha scritto su X un messaggio sentito e rispettoso: “Continueremo a trarre ispirazione dal suo impegno di tutta una vita per la pace, la solidarietà globale, e dalla cura per i bisognosi”, ha dichiarato pubblicamente. Un messaggio che non è rimasto isolato: il ministro degli Esteri Lin Chia-lung ha contattato personalmente il nunzio apostolico a Taipei per trasmettere le condoglianze ufficiali del governo e annunciare che una delegazione di alto livello parteciperà ai funerali del Papa.

Dietro questo contrasto di atteggiamenti si cela una frattura diplomatica che dura ormai da anni. Il Vaticano è infatti uno dei soli 12 Paesi al mondo a mantenere relazioni diplomatiche ufficiali con Taiwan, una condizione che Pechino non ha mai accettato. La Cina considera Taiwan parte integrante del proprio territorio e continua a richiamare il principio “un Paese, due sistemi” per rivendicarne la sovranità, malgrado l’isola continui a comportarsi come uno Stato indipendente.

Il gelo di Pechino verso la figura di Papa Francesco, persino in un momento di lutto mondiale, appare dunque come l’ennesima espressione della tensione mai risolta tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese. In un’occasione che sembrava destinata a unire, la politica è tornata a segnare i confini, anche nei confronti di un uomo che ha dedicato la propria vita al dialogo e alla pace.