Hanno creduto che gli alcolici potessero aiutare a sconfiggere il coronavirus, hanno bevuto alcol adulterato e così sono morti avvelenati. La triste storia arriva dall’Iran, dove la Covid-19 ha già fatto almeno 237 morti, secondo il bilancio ufficiale. L’agenzia ufficiale Irna dà notizia di 44 persone morte avvelenate nella provincia del Khuzestan e di altre sette in quella di Alborz. Ad Ahvaz sono stati segnalati 218 casi di avvelenamento.
Tutti hanno creduto “alle voci secondo cui il consumo di alcolici potesse essere efficace nella cura” dei sintomi della Covid-19, dicono fonti ospedaliere. Per molti di loro sarebbe stato fatale il metanolo. Nella Repubblica Islamica sono vietati acquisto e consumo di alcolici, ma sui media locali spesso si legge di persone morte avvelenate dopo aver bevuto liquori fatti in casa. Continua dopo la foto
L’Iran conferma la morte di altre 43 persone a causa della diffusione del coronavirus e in totale nella Repubblica Islamica il bilancio ufficiale parla ormai di 237 vittime. I nuovi dati confermati dalle autorità di Teheran registrano un totale di 7.161 casi di infezione. Sono invece 2.394 le persone dichiarate guarite.Continua dopo la foto
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Il portavoce del ministero della Sanità, Kianush Jahanpour, ha spiegato che nelle ultime 24 si sono registrati 595 nuovi casi, un numero inferiore di infezioni rispetto ai giorni scorsi. Le aree più colpite restano quelle delle province di Teheran e Qom, dove sono stati segnalati i primi casi di coronavirus in Iran. In attesa che si arrivi a un vaccino anti-Covid19, traguardo per il quale bisognerà attendere diversi mesi secondo le stime degli esperti, quali sono le armi che la scienza sta imbracciando per colpire il nuovo coronavirus? Continua dopo la foto
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Le elenca Guido Silvestri, scienziato italiano negli Usa dove insegna alla Emory University di Atlanta, fondatore con Roberto Burioni del Patto trasversale per la scienza. Il docente ancora le chiama “speranze” e su Facebook ne descrive tre. La prima è “remdesivir. E’ il farmaco antivirale” che “sembra funzionare in molti casi di Covid-19 (oltre che in modelli animali di Sars e Mers). Va usato solo in casi di sintomi polmonari e sotto guida medica.Continua dopo la foto
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Trial clinici di remdesivir sono in corso in Cina e Usa”. La seconda scommessa riguarda i “farmaci immuno-modulatori. Sono promettenti – spiega Silvestri – in quanto possono ridurre la cosiddetta ‘tempesta delle citochine’ che è alla base delle complicanze polmonari gravi. Tra questi tocilizumbab”, l’anti-artrite che ha dato risultati promettenti all’ospedale Cotugno di Napoli contro forme di polmonite grave da Covid-19, “che è un anticorpo contro il recettore dell’interleuchina-6”, e “anakinra che è un anticorpo contro il recettore dell’interleuchina-1. Sono allo studio anche farmaci che bloccano il Tnf e la tirosina-chinasi c-Abl”. Terza speranza: “Allo stadio pre-clinico, presso l’università di Gottingen in Germania, c’è il farmaco camostat mesilato” che inibisce una proteina necessaria al virus Sars-CoV-2 per aprire il ‘cancello’ che gli permette di penetrare la cellula bersaglio.
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