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Chi vieta il burqa non viola i diritti umani

Guardarsi in faccia è fondamentale per la convivenza. Questo giustifica il divieto di indossare in pubblico veli integrali. È il ragionamento con cui la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha respinto oggi il ricorso di una giovane musulmana francese contro la legge antiburqa introdotta nel suo Paese nel 2011. Nella sentenza ci sono critiche più o meno esplicite a quelle norme. Si citano, ad esempio, l’impatto negativo che hanno avuto sulle musulmane, le dichiarazioni islamofobe che ne hanno accompagnato l’approvazione e il rischio di “contribuire a consolidare stereotipi e di incoraggiare le espressioni di intolleranza”. Però quel divieto regge alla prova dei diritti umani, perché serve a rispettare “i requisiti minimi della vita sociale”. “La barriera alzata contro gli altri con un velo che cela il volto in pubblico – spiegano i giudici – può minare la nozione di convivenza, il volto gioca un ruolo significativo nell’interazione sociale”.


 


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