La casa di Hitler è sfitta da tre anni e per il governo austriaco è una gatta da pelare. In quel palazzetto di 800 metri quadri a Braunau-am-Inn, al confine con la Germania, il futuro dittatore nacque e trascorse i suoi primi tre anni di vita. Lo Stato austriaco paga alla proprietaria 4600 euro al mese per non farlo finire in mano a dei nostalgici e per non farne un luogo di pellegrinaggi neonazisti, ma dal 2011 non si riescono a trovare inquilini. (continua dopo la foto)
Secondo il contratto con lo Stato, l’edificio dovrebbe essere utilizzato a scopi socioeducativi, ma la proprietaria, che può dire l’ultima parola, ha già rifiutato l’offerta di un’università popolare e di un centro di accoglienza per immigrati. Il ministero dell’Interno austriaco ha quindi lanciato in questi giorni l’ennesimo un appello ad altre amministrazioni perchè si sobbarchino l’affitto, trasferendovi i propri uffici. (continua dopo la foto)
Davanti all’ingresso della palazzina, c’è un’iscrizione che dice: “Per la pace, la libertà e la democrazia. Mai più fascismo. Ce lo ricordano milioni di morti”. È incisa su una pietra proveniente dal campo di concentramento di Mauthausen.