Secondo gli inquirenti egiziani “Giulio Regeni è stato ucciso in un appartamento nel centro de Il Cairo” e solo in un secondo momento il suo cadavere “è stato trasportato sulla strada desertica che dalla Capitale va ad Alessandria, dove è stato ritrovato”. Lo sostengono i media locali (e lo riporta TGcom24), secondo cui gli investigatori di Giza, area dove è avvenuto il ritrovamento del corpo, stanno conducendo interrogatori a tappeto su 37 persone sospettate dell’omicidio.
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Secondo il quotidiano indipendente egiziano Al Masry Al Youm, “la squadra di investigatori ha osservato gli ultimi movimenti della vittima prima della sua scomparsa la sera del 25 e ha visto le ultime chiamate prima dello spegnimento del telefono”, premette il quotidiano.
Proseguono indagini e interrogatori – Una fonte della prefettura di sicurezza di Giza, il distretto amministrativo in cui ricade l’area, fa il punto sull’inchiesta: “Le indagini preliminari evocano la possibilità che si tratti di un crimine commesso con l’obiettivo di rubare o ottenere effetti personali del giovane, e che la vicenda sia degenerata sfociando nell’omicidio – si legge sul sito Shorouknews – Il pool di investigatori ha fatto un secondo sopralluogo sul luogo del ritrovamento del corpo e ha posto domande a diversi autisti che frequentano la zona”. Stando a quanto affermato dal capo degli inquirenti egiziani, sarebbe un docente universitario italiano l’ultima persona con cui Giulio ha avuto l’ultimo contatto telefonico.
“L’ultima persona con cui c’è stata una chiamata è un suo amico italiano, Gennaro Gervasio”, ha detto a una agenzia di stampa il capo della Procura di Giza, Ahmed Nagy, rispondendo alle domande su chi sia, stando alle indagini, l’ultima persona che Regeni ha visto o con cui ha scambiato chiamate telefoniche o messaggi.
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