Dopo la decisione di papa Francesco che ha sollecitato l’arresto dell’arcivescovo polacco Jozef Wesolowski, si parla in modo diffuso delle accuse che lo riguardano. Fatti che, come spiegato dallo stesso direttore della sala stampa vaticana Federico Lombardi, sono gravissimi: abusi sessuali su minori e possesso di materiale pedopornografico. Prima della decisione, il pontefice ha dovuto leggere il dossier contenente le accuse contro l’ex nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana. Un lavoro non facile per lui per il contenuto del materiale: dichiarazioni giurate, lettere, documenti, registrazioni, una mole inequivocabile di prove che già avevano fatto già decidere la Congregazione per la dottrina della fede di comminare la massima pena possibile per un sacerdote e per un vescovo: la dimissione dallo stato clericale. In quelle carte c’è scritto che Wesolowski girava per ore vestito in borghese sul lungomare Malecón di Santo Domingo alla ricerca di giovanissime prede. Il rappresentante del Papa nel paese caraibico conduceva da anni una doppia vita. Alle cinque di pomeriggio lasciava il palazzo della nunziatura, usciva a bordo di un suv e raggiungeva in fretta il lungomare.