La reazione americana all’avanzata delle truppe irregolari del cosiddetto califfo al-Baghdadi è concreta e vede convinta la partecipazione, in alcuni casi ancora potenziale, degli alleati occidentali, Italia compresa. Ma a una reazione corrisponde una probabile, non per questo certa, controreazione. E i guerriglieri del presunto Stato islamico del Levante hanno dichiarato vendetta (e guerra) a Usa e Europa in genere. Torna dunque l’incubo attentati e, spiegano gli analisti, quella dell’internazionale terroristica è purtroppo una realtà, come dimostrano i conflitti nei Balcani, in Cecenia e nello stesso Medio Oriente. Ma il rischio c’è o no?
Gli esperti fanno analisi preoccupanti sottolineando che il nuovo nemico è qualcosa in più della vecchia al-Qaeda proprio per la capacità di servirsi di combattenti con passaporto europeo, sia immigrati di seconda e terza generazione che occidentali in senso stretto che, per ragioni varie, sono rimasti affascinati dalle ragioni del fondamentalismo islamico e dai proseliti degli imam integralisti. Quindi si muovono in Occidente con più facilità. Inoltre l’Is ha, rispetto al gruppo di bin Laden, la capacità di combattere sia sul piano non convenzionale, tipico degli insorgenti, che su quello convenzionali giacché dispongono di mezzi normalmente in dotazione a eserciti regolari.