Wanna Marchi oggi. Scaltre imprenditrici o subdole truffatrici? Wanna Marchi e Stefania Nobile sono diventate le indiscusse regine dello shopping televisivo, finché non si sono spinte troppo oltre. Su Netflix è appena uscito un discusso documentario che ripercorre le tappe della vita della più famosa televenditrice italiana: dagli esordi al carcere.
Netflix ha realizzato una docu-fiction, in 4 episodi e disponibili dal 21 settembre, sul caso di Wanna Marchi. La regina delle vendite che ha segnato una pagina di storia della tv privata tra gli anni ’80 e ’90 e conclusa con la truffa scoperta da Striscia la Notizia e il carcere per lei e per la figlia Stefania Nobile. Oggi è tornata in televisione, insieme a sua figlia, per raccontare la versione dei fatti su quel processo – conclusosi nel 2006 – e che ha sconvolto tutta l’opinione pubblica.
Wanna Marchi oggi: come è diventata la televenditrice
La serie è stata scritta da Alessandro Garramone con la collaborazione di Daniele Bandiera, e diretta da Nicola Prostatore e si chiama Wanna. Il documentario dedicato alla televenditrice, oggi ottantenne, racconta gli esordi da truccatrice per la camera mortuaria di Bologna, i primi lavori da estetista, i saloni di bellezza e le prime televendite in radio e nelle televisioni private. Il grande successo, la fama e i soldi, tantissimi soldi, e ancora il matrimonio con il primo marito, Raimondo Nobile, dal quale avrà due figli: Maurizio (1961) e Stefania (1964).
Poi il capitolo sulla truffa scoperta da Striscia la Notizia, l’arresto, il processo e gli anni in carcere. Il 4 marzo 2009 la Corte di cassazione ha confermato in via definitiva le condanne a 9 anni e 6 mesi di reclusione per la televenditrice, a 9 anni e 4 mesi per la figlia Stefania Nobile e a 3 anni per Francesco Campana per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata.
Wanna Marchi e la figlia sono state condannate, nel mese di aprile 2010, anche per bancarotta fraudolenta per il fallimento della società Ascié. Dino Marchi, fratello di Wanna, è stato condannato per riciclaggio di parte dei proventi della Marchi. L’8 ottobre 2011 Wanna Marchi ottiene il regime di semilibertà lavorando nel bar e ristorante La Malmaison Café, di proprietà di Davide Lacerenza, fidanzato della figlia.