La Yale University, appena pubblicata ha studiato il comportamento di sette cebi, una specie di scimmie molto diffusa in Honduras, Paraguay e Argentina, e hanno scoperto che, a differenza degli esseri umani, questi primati non si lasciano “ingannare” dai prezzi dei beni in vendita. Tutti noi, se ci trovassimo ad assaggiare due vini identici con prezzi diversi, saremmo portati a dire che il vino più costoso è migliore dell’altro. Il nostro cervello è convinto che un prodotto più caro sia anche più buono, lo dice un esperimento del 2012, che ha mostrato che la corteccia orbitofrontale, una delle aree del cervello legate alla soddisfazione soggettiva rispetto a stimoli esterni, si attivava maggiormente quando i partecipanti pensavano di bere un vino più costoso di un altro. I ricercatori hanno inserito le scimmie in una sorta di mercato, per comprendere se condividessero lo stesso pregiudizio di noi esseri umani, insegnandogli a scambiare dei gettoni – con alimenti e oggetti di diverso tipo e dimensione. I cebi, come già osservato in esperimenti precedenti, hanno capito alla perfezione le regole del commercio e hanno mostrato anche comportamenti evoluti, preferendo un particolare bene quando questo scendeva di prezzo. Sono questo farebbe ipotizzare che i cebi sono più scaltri di noi, ma c’è di più. Il lavoro degli scienziati di Yale ha mostrato che le scimmie cappuccine sanno talvolta essere addirittura più scaltri degli esseri umani. In particolare, le scimmie non hanno mai mostrato, nel compiere le proprie scelte d’acquisto, di soffrire il pregiudizio tipicamente umano secondo il quale a un prezzo più alto corrisponderebbe un bene di valore di qualità superiore. Tutto questo nonostante comprendessero fino in fondo il valore del “denaro” che stavano spendendo. I cebi hanno continuato, per esempio, a “comprare” la propria marca di cereali preferita senza mostrarsi attratti da cereali più cari. Forse, per godervi appieno i risparmi in vecchiaia, dovrete sposarvi con un cebo.