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“Vi confesso perché ha riempito la tv di ragazzine”. Gianni Boncompagni, la figlia Barbara rompe il silenzio. E traccia un ritratto inedito del papà, in famiglia ma soprattutto con ‘Non è la Rai’, il programma che ha rivoluzionato tutto

 

Il giorno di Pasqua è morto a Roma Gianni Boncompagni. Conduttore e autore radiofonico e televisivo, regista, aveva 84 anni e nel corso di una carriera lunga circa mezzo secolo è stato l’ideatore di numerosi programmi che hanno segnato la storia della televisione italiana. Come Alto gradimento, Bandiera gialla, Pronto, Raffaella?, Domenica In, Non è la Rai e Carramba. A dare la notizia della sua scomparsa sono state le figlie Claudia, Paola e Barbara: “Dopo una lunga vita fortunata, circondato dalla famiglia e dagli amici se n’è andato papà, uomo dai molti talenti e padre indimenticabile”. E oggi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, è sempre una delle sue figlie, la più piccola Barbara, a raccontare il privato di uno dei più grandi innovatori dello spettacolo. Tre figlie avute da una donna svedese che lo mollò nel 1962 ma che sono cresciute con lui. “Quando i miei si separarono avevo un anno – racconta Barbara – Le mie sorelle, 3 e 6 anni. Papà avrebbe potuto metterci in collegio o affidarci ai nonni paterni – continua – Invece ha voluto occuparsi lui della nostra crescita, giorno per giorno”. (Continua a leggere dopo la foto)


 

Gianni Boncompagni era un papà ironico, dissacratore, che ha sempre cercato di sdrammatizzare: “Quando avevo circa 12 anni, mi accorsi che la nostra governante rubava – continua Barbara – Orgogliosa della scoperta, lo riferii a papà. E lui, che alla governante non poteva rinunciare data la situazione, mi rispose ridendo: ‘Bè è divertente, no? Una ladra in casa, un diversivo’!”. E “se gli confidavo che il mio ragazzo mi aveva mollato, lui replicava ne trovi un altro più carino”. Poi “non ci rimproverava mai, preferiva essere un esempio di comportamento. Non gli ho mai sentito dire cattiverie sui colleghi”. (Continua dopo le foto)

 

 

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A 17 anni, appena diplomata, Barbara si iscrisse all’università a Parigi, ma “lui mi disse lascia perdere, torna a Roma e lavora con me in tv. Mi ritrovai scaraventata su Rai2 in Drim, con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia”. Poi è arrivata Raffaella Carrà che “per noi è stata un po’ una mamma, quella che ci era mancata. Un forte legame con lei, che dura tuttora. Io le stavo sempre alle costole. Seguivo le prove dei suoi spettacoli. Assistevo ammirata al suo trucco e parrucco, la tallonavo quando andava in tournée…”. E Non è la Rai? “Quella trasmissione affollata di ragazzine era, per papà, un modo di non voler invecchiare – confida la piccola di casa Boncompagni – Quando io rimasi incinta del mio primo figlio, Mattia, lui restò attonito: l’idea di diventare nonno lo atterriva, poi è stato un nonno amorevole e davvero speciale”. Oggi, 18 aprile, dalle ore 12, a via Asiago 10, sede storica di RadioRai, camera ardente e poi cerimonia laica per ricordare l’autore di tanti successi tv e quel padre che fino all’ultimo, come ricorda sempre al CorSera la figlia Barbara, non ha mai smesso di giocare la carta dell’ironia.

Gianni Boncompagni, a poche ore dalla morte riemergono tutte le sue “scandalose” storie d’amore. Ovviamente, a tenere banco è quella con la minorenne di allora. Tutto quello che non sapete


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