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Vesuvio, nuovo allarme degli esperti: “Si rischia la catastrofe”

Non è certo la prima volta che viene lanciato un allarme sulle potenzialità distruttive del vulcano napoletano (leggi questo sulla ridotta possibilità di fuga dei cittadini). Il Vesuvio e i Campi Flegrei rappresentano un pericolo di proporzioni catastrofiche per Napoli, per la Campania, addirittura per il mondo. Parola di esperti. Il nuovo allarme è stato lanciato nel corso del programma Overshoot, in onda su Radio Radicale. A darne notizia è il quotidiano Cronache di Napoli, che riporta le dichiarazioni per nulla confortanti di Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano, e dell’urbanista Aldo Loris Rossi. “Non esistono piani di emergenza nei Comuni. Non esiste una organizzazione reale che sia in grado di portar via la gente in caso di eruzione. A oggi non ci sarebbe la possibilità di mettere in salvo tre milioni di persone. Esiste un’unica camera magmatica che unisce Vesuvio e Campi Flegrei. Un magma capace di produrre eruzioni di grande portata in tempi brevi con flussi piroclastici che si svilupperebbero per decine di chilometri. Nel caso dei Campi Flegrei finirebbero, per via dei venti che spirano in direzione occidentale, direttamente sulla città di Napoli. Che non è nemmeno in zona rossa. Le conseguenze sarebbero terribili”, ha spiegato Mastrolorenzo.

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Secondo l’esperto, l’ignoranza su queste problematiche da noi è consolidata perché architetti, ingegneri e territorialisti “ignorano cosa sia il rischio vulcanico e il flusso piroclastico”. Eppure la densità abitativa dell’area vesuviana è scesa dai 16mila abitanti per chilometro quadrato di dodici anni fa agli 11mila di oggi. La gente è preoccupata, va via. Viene spiegato che le istituzioni ipotizzano uno sviluppo urbanistico enorme, nell’area occidentale (Bagnoli, per esempio). È una follia, secondo gli esperti. “Si propongono sciocchezze e bufale. L’area flegrea è al centro della caldera… Sarebbe assurdo”. Ancora il vulcanologo Mastrolorenzo: “Molti esperti sanno che c’è il rischio di un’eruzione pliniana”. Un evento che “metterebbe in pericolo tre milioni di persone”. Nonostante ciò, ha denunciato ancora il vulcanologo dell’Osservatorio vesuviano, “si continuano a disegnare scenari meno insidiosi”. Allora è “demenziale” continuare a costruire in zona rossa. “Pensassero a realizzare strade radiali visto che le arterie del Vesuviano, strette e affollate, si trasformerebbero in una trappola mortale”. Mastrolorenzo ha quindi concluso: “Gran parte dei disastri nasce dalla sottovalutazione, non sempre dolosa. Gli organi competenti e di governo fanno le loro scelte ma poi si dovranno assumere le loro responsabilità”.


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