La confessione choc dell’autrice di Uomini e Donne. Nelle ultime ore si è parlato del dating show di Maria De Filippi per alcune notizie non proprio allegre. Per prima cosa un ex corteggiatore di Ida Platano, Sergio Berni, ha rivelato: “Sono ricoverato perché ho chiesto aiuto“. L’uomo sta attraversando un periodo molto difficile e ha fatto preoccupare i telespettatori che hanno un buon ricordo di lui.
Ma non è finita. Proprio recentemente Raffaella Mennoia ha condiviso sul proprio profilo Instagram un messaggio molto toccante. Solitamente l’autrice di UeD utilizza i social per lanciare appelli a favore di animali in difficoltà. Ma stavolta ha voluto fare una confessione intima sul proprio privato. Si parla di malattie, terapie, dolori, errori, insomma, un lato davvero inedito della vita della professionista.
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Raffaella Mennoia racconta la malattia e il dolore
Il 21 giugno è la Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla e Raffaella Mennoia ha voluto condividere il ricordo di un brutto periodo: “Alcuni anni fa, dopo alcuni disturbi fisici, mi è stata diagnosticata una malattia autoimmune chiamata polineuropatia. Questa malattia avrebbe portato gradualmente all’atrofia di alcuni muscoli e la diagnosi è stata molto spietata. Ho attraversato momenti molto bui e ho trascorso due anni di cure presso l’Ospedale Gemelli, dove ho ricevuto immonuglobuline e una forte terapia a base di cortisone”.
“… mi rendevo conto che le persone ricoverate insieme a me non avevano gli stessi sintomi che avevo io – ha proseguito Raffaella – quindi ho deciso di indagare e di recarmi presso la Mayo Clinic, un ospedale di grande importanza all’estero. Dopo circa 15 giorni di ricovero, ho ricevuto una nuova diagnosi. Fortunatamente, questa diagnosi ha escluso la malattia autoimmune. Ai tempi non mi sentii di denunciare i medici che hanno commesso errori nella diagnosi, anche se mi hanno causato gravi problemi fisici e psicologici a causa dei due anni di terapia a base di cortisone”.
“Oggi – conclude Raffaella Mennoia – voglio sostenere tutti coloro che vivono con questa malattia (la Sla, ndr) e incoraggiare la ricerca scientifica per trovare nuove terapie e una cura definitiva”. “Questa esperienza – ha scritto – mi ha reso particolarmente sensibile e vorrei che ci fosse un maggior impegno da parte di tutti nel sostenere le donazioni per la ricerca su questa malattia. È una malattia devastante e solo chi ne soffre sa veramente cosa significhi”.
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