“Cari napoletani, reagite alla camorra“. Lo ha detto papa Francesco nel corso della sua ottava visita in Italia. La Campania accoglie le dieci ore della intensa visita pastorale del Pontefice che esordisce con queste parole prima davanti alla folla del quartiere Scampia – scelto non a caso come prima tappa del suo giro – e poi a Napoli in una piazza del Plebiscito gremita.
Discorsi in cui torna a condannare lo sfruttamento della persona e in cui ripete più volte: “La mancanza di lavoro ci ruba la dignità e bisogna lottare per difenderla. Senza lavoro ciascuno di noi può scivolare verso la corruzione. Il lavoro nero è sottopagato ed è schiavitù. Nelle città – ha aggiunto – fa male l’assenza della buona politica”. Rivolgendosi alla folla in napoletano, il Pontefice ha detto: “A Maronna v’accumpagne”. E Bergoglio ha anche lanciato un appello ai criminali: “Convertitevi alla giustizia”.
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“Una società corrotta ‘spuzza’ – incalza – non è cristiano chi si lascia corrompere. Tutti abbiamo la possibilità di essere corrotti, è uno scivolare verso lo sfruttamento. Quanta corruzione c’è nel mondo”, è il grido di dolore. Quindi il monito: “Andiamo avanti nella pulizia perché non ci sia la ‘spuzza’ della corruzione nella vostra città. San Gennaro interceda per voi”. Poi, durante la messa in Piazza del Plebiscito: “Cari napoletani, largo alla speranza, e non lasciatevi rubare la speranza! Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini”.
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