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Umberto Eco: moglie, figli, quando e come è morto l’autore de Il nome della rosa

Umberto Eco

Umberto Eco è uno scrittore che non ha bisogno di grandi presentazioni, dal momento che le sue opere e la sua poetica sono ben conosciute e soprattutto apprezzate, non solo in Italia. Dopo la maturità classica, nel 1954 si laurea in filosofia con una tesi su San Tommaso d’Aquino, dal titolo Il problema estetico di San Tommaso, e inizia a occuparsi di filosofia e cultura medievale. Entra in Rai attraverso un concorso nel 1954 e lascerà poi l’impiego alla fine degli anni ‘50. Nel stesso periodo, collabora con diverse riviste letterarie, tra cui “Il Verri”, attorno alla quale si raduna il nucleo originario del “Gruppo 63”, cui poi Eco parteciperà attivamente. Nel 1959 Eco diventa condirettore editoriale della casa editrice milanese Bompiani.

Nel 1962 pubblica il saggio Opera aperta, in cui riflette sulla natura delle opere d’arte contemporanee (sintomaticamente “aperte” e non concluse) e sui criteri della loro interpretazione e fruizione. Questo saggio ha notevole successo sia in Italia, sia all’estero e pone le basi alla formazione del “Gruppo 63”, movimento teorico e letterario d’avanguardia, che si richiama a idee del marxismo e dello strutturalismo francese. Umberto Eco diventa professore di semiotica fino aa ottenere il ruolo di direttore per istituti di grande fama. (Continua a leggere dopo la foto)


È grazie a lui che nasce la facoltà di “Scienze della comunicazione”. In questi anni diventa anche presidente dell’istituto superiore di “Scienze Umanistiche”, diventando un vero e proprio punto di riferimento per questo campo. Umberto Eco ha svolto il ruolo di professore all’interno delle principali università in varie parti del mondo, tra cui la “Oxford University” e la “New York University”. Si occupa anche di attualità scrivendo su diversi quotidiani e periodici, tra cui “la Repubblica” e “L’Espresso”, e, nel corso degli anni, ha tradotto testi teorici e narrativi. (Continua a leggere dopo la foto)

La fama presso il pubblico più largo inizia nel 1980, quando Umberto Eco esordisce con Il nome della rosa; nel 1988 pubblica il suo secondo romanzo, Il pendolo di Foucault, mentre successivi sono L’isola del giorno prima (1994), Baudolino pubblicato nel 2000, La misteriosa fiamma della regina Loana del 2004 e Il cimitero di Praga del 2010. Il nome della rosa è considerato il suo best-seller e il suo libro più importante: Eco coniuga infatti lo sviluppo della trama “gialla” coni i suoi interessi di medievalista e semiologo. Il romanzo ha un grandissimo successo e viene tradotto in 47 lingue; nel 1986 esce il film omonimo per la regia di Jean-Jacques Annaud, mentre nel 2019 va in onda la serie tv. Nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, Umberto Eco muore nella sua casa di Milano il 19 febbraio 2016 alle ore 22:30, a causa di un tumore del pancreas che lo aveva colpito due anni prima. (Continua a leggere dopo le foto)

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Nel proprio testamento lo scrittore ha chiesto ai suoi familiari di non autorizzare né promuovere, per i dieci anni successivi alla sua morte (quindi sino al 2026), alcun seminario o conferenza su di lui. Nel 1962 Umberto Eco sposa Renate Ramge, un’accademica e scrittrice tedesca naturalizzata italiana tre anni più giovane del marito. Nel 1966 è nato il primo figlio di Umberto Eco, Stefano Eco, che ha lavorato per 12 anni a New York nel mondo editoriale. Adesso lavora per l’ufficio stampa della RBS a Roma. In seguito è nata la figlia di Umberto Eco, Carlotta, che è uno stimato architetto. Umberto Eco era alto 172 cm per 70 chili di peso.

“Chi vota ‘No’ è uno stupido”. Vi ricordate cosa diceva Umberto Eco? “Internet ha dato diritto di parola agli imbecilli”. Tesi confermata dopo questo geniale esperimento social: guardate cosa sono arrivati a scrivere (in migliaia) a un uomo morto da mesi


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