Il sisma avvertito da Napoli fino a Rimini, ha colpito una vasta area tra le tre regioni del Lazio, Umbria e Marche. Danni gravissimi si sono registrati nell’epicentro del sisma nelle tre cittadine di Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli. Intere cittadine rase al suolo e intere popolazioni che si sono trovate senza casa nel giro di pochi secondi. Un totale di 100 scosse che ha seminato il panico in tutta la zona e che hanno tenuto e stanno tenendo impegnati i soccorritori.
La zona è una di quelle ad alto rischio sismico e il terremoto de L’Aquila del 2009, aveva già mostrato quanto la natura possa essere violenta.
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Si valutano danni già per milioni di euro al territorio, alle strutture e alle case. In più, come se non bastasse, la conta delle vittime, attualmente arrivata a quota 38, continua a salire drammaticamente.
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Effetto del sisma anche le numerose frane sulle strade che costeggiano i territori colpiti e per questo i soccorsi, questa mattina alle prime luci, si erano impegnati al massimo per assicurare una corretta viabilità. Problemi però si sono registrati sul Gran Sasso: il Corno Piccolo della catena montuosa ha ceduto, e parte della cima è crollata. La notizia è pervenuta direttamente dal più alto rifugio sull’appennino: il Rifugio Carlo Franchetti.
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Situato a 2433 metri di altitudine, incuneato tra il Corno Grande e il Corno Piccolo nel Vallone delle cornacchie, il rifugio sta a guardia delle due cime del Gran Sasso e propri i proprietari avevano dato questa mattina la notizia di aver avvertito la scossa di terremoto e di essere preoccupati per un forte rumore percepito prima dell’alba: ”Anche noi qui al rifugio siamo stati svegliati da una forte scossa di terremoto, nella nebbia si è sentito un forte rumore di crollo della parete est del Corno Piccolo del Gran Sasso…. Siamo impauriti ma stiamo tutti bene”. La proprietaria del rifugio, poi è stata raggiunta al telefono e con voce calma, ma pur sempre preoccupata, ha dichiarato: “Qui non si vede a cinque metri di distanza, c’è una fortissima nebbia. Adesso il gestore con altri cinque ragazzi sono andati a vedere di cosa si tratta. Sappiamo solo di aver sentito un grosso rumore, un crollo di massi molto consistente”. Impossibile ancora capire le reali condizioni della cima e le reali entità del crollo: una volta che la squadra del rifugio avrà fatto rientro, si potrà sapere qualcosa di più certo.