Un’intervista a tutto campo quella che il prefetto della Casa pontificia e segretario di Papa Benedetto XVI ha rilasciato a BenEssere la salute con l’anima, con foto inedite delle sue escursioni sui monti abruzzesi. Gänswein ripercorre i 21 anni di collaborazione con il Papa emerito, senza tralasciare la tristezza per le accuse “infondate mosse al Pontefice”, lo sbalordimento per la rinuncia di Benedetto XVI, il dolore per lo scandalo di Vatileaks. E afferma: “Ad aprile, Papa Benedetto XVI compie 89 anni: è come una candela che, lentamente e serenamente, si spegne, come avviene a molti di noi. È sereno, in pace con Dio, con se stesso e il mondo. È interessato a tutto e conserva il suo humor fine e sottile, con il quale sa “dare sale”. Ha conservato una grande passione per i felini. Nei nostri giardini, vivono Contessa e Zorro, due gatti che spesso vengono a ‘salutare’ il Papa emerito”. L’arcivescovo tedesco parla del suo equilibrio interiore sapientemente trovato tra corpo e anima: “Il vero segreto per rimanere in forma è vivere un’esistenza ordinata, sia fisicamente, sia spiritualmente, e avere una bussola da seguire, con tutte le difficoltà e i fallimenti umani che ovviamente ci sono”.
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“Mi hanno addolorato i numerosi attacchi a Papa Benedetto – prosegue il segretario personale del Pontefice emerito – quante volte ho dovuto sentire e leggere che Ratzinger non ha reagito in modo soddisfacente contro la pedofilia, mentre è stato proprio lui, già da cardinale, a iniziare a combatterla. Quante critiche, accuse e calunnie infondate nei suoi confronti anche in altre fattispecie! Ciò mi ha fatto male. Poi, c’è stato il caso Vatileaks: mi sono sentito personalmente colpito, perché fui io a dare piena fiducia a una persona che l’ha tradita senza scrupoli”. Un ultimo pensiero è sulla rinuncia di Benedetto: “Lo sapevo già da molto tempo, la sua non è stata una decisione improvvisa, ma maturata gradualmente e accuratamente. Per me, è stato faticoso digerire questa decisione e mantenere il segreto”. Ha provato a fargli cambiare idea, ammette: “Ho cercato di ‘remare contro’ e ho fatto alcune proposte pratiche per facilitare l’esercizio del suo ministero petrino. Ma mi sono arreso, quando ho capito che Benedetto non mi aveva confidato un suo pensiero ipotetico, ma una decisione definitiva”. Oggi, come sta Benedetto? “È un uomo anziano, certo, ma è lucidissimo; purtroppo, il camminare è diventato faticoso, per questo usa un deambulatore. Mantiene una corrispondenza abbastanza ampia, ma non scrive più libri, si limita a dettare lettere alla sua segretaria. Volutamente conduce una vita da monaco, ma non è per niente isolato: prega, legge, sente musica, riceve visite, suona il pianoforte”.
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