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“Si è buttato sotto la metropolitana!” Suicidio in diretta, le telecamere nella cabina guida riprendono tutto. Un uomo si è tolto la vita così… Il video è drammatico

 

Sono immagini forti, fortissime. Che si deve avere anche il coraggio di guardare. Quella dei suicidi in metropolitana sta diventando una macabra tendenza, con una diffusione allarmante stando agli ultimi dati ricevuti. Il video in questione arriva dal Giappone. Finora non ci era mai capitato di vedere un gesto estremo di questo tipo in diretta. La visuale, infatti, è quella dei macchinisti. La telecamera interna della cabina guida ha filmato tutto e c’è da restare senza fiato e senza parole. I due conducenti non hanno ovviamente fatto in tempo ad arrestare la corsa del treno. L’uomo infrange il vetro e resta ucciso. L’uomo si è suicidato, quindi, lanciandosi contro la metropolitana in corsa in arrivo alla stazione.

Le immagini riprese dalla videocamera all’interno della cabina di guida non sono per tutti. Eccole…

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E’ l’ultimo e più clamoroso messaggio che si lascia: con un gesto del genere costringe la città ad accorgersi di te. I suicidi e i tentati suicidi in metropolitana sono aumentati in modo esponenziale anche in Italia: quasi triplicati rispetto al primo semestre del 2012 (quando erano stati quattro). A Milano ad esempio parlano i numeri raccolti da Atm: a oggi sono 11 i casi registrati da inizio anno, nel 2012 erano stati 11 in tutto, l’anno prima otto, nel 2010 se ne registrarono quattro, nel 2009 ancora un picco di 12 episodi. Impossibile non legare questa statistica al periodo di crisi economica, con tutti i corollari della disoccupazione, della depressione, della paura: “Per ogni punto percentuale di aumento della disoccupazione si calcola un tasso di incidenza dello 0,79 sul numero dei suicidi”, spiega Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli. Ma – e questo lo raccontano le undici storie di quest’anno – “questo fenomeno non è legato a una casistica specifica, attraversa le età, le condizioni sociali, i problemi: chi lo fa è qualcuno che vuole, con quel gesto clamoroso, fermare per un attimo l’attenzione degli altri su di sé, prima che tutto riprenda il suo corso”. È questo bisogno di attenzione che lega il diciassettenne che a marzo, sulla banchina di Lotto, ha provato a uccidersi per una delusione d’amore, fermato all’ultimo momento da un suo amico, al cinquantenne morto il 2 gennaio lanciandosi sotto il treno in arrivo a Loreto. Il 9 maggio, a distanza di pochi minuti, un 23enne si è suicidato alla stazione di Garibaldi, mentre un 42enne, lasciando lettere in auto per la famiglia, ha fatto lo stesso scegliendo i binari della stazione Fs di Rogoredo. Soltanto pochi giorni fa l’ultimo episodio: un uomo si è gettato verso il treno in arrivo a Corvetto, sulla linea gialla. Si è salvato solo grazie alla prontezza di riflessi del macchinista. 

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Difficile salvare vite umane in condizioni così estreme, fra la massa enorme del convoglio in arrivo, la velocità di un gesto, l’affollamento sulle banchine. Ma proprio guardando i dati preoccupanti Atm ha cercato di capire cosa si può fare: con il 118 sono stati intensificati i rapporti di collaborazione, per un intervento il più possibile rapido che eviti che i tentativi diventino suicidi riusciti. E anche con polizia e carabinieri si lavora per assicurarsi, guardando i video, della volontà del gesto. Di più è difficile che possa fare l’azienda, se non sulle future linee: come già avvenuto nelle prime stazioni della linea 5, infatti, le banchine di attesa saranno chiuse da barriere di vetro che impediscono un gesto che lascia scioccati tutti i presenti e che – cinico risvolto  –  provoca reazioni di ogni genere, dalla pietà all’insofferenza, all’arrabbiatura per i ritardi. E le altre città italiane? Speriamo che quanto prima si riesca a fare in modo di arrestare questa catastrofe. Magari come accade già a Torino dove i vetri si aprono in modo automatico solo quando la metro è arrivata e ferma in stazione.

 

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