Era a Trieste, in albergo, stava facendo un servizio per Le Iene quando si è sentita male all’improvviso ed è stata portata in ospedale con un codice rosso. Si è subito capito che ciò che era successo alla giornalista de Le Iene Nadia Toffa non era un malore da poco: la ragazza è stata portata in rianimazione e le sue condizioni sono rimaste stazionarie – ma gravi – per diverse ore. Si è parlato persino di morte. Già, perché la conduttrice domenicale del programma se l’è vista davvero brutta e anche ora che si è ripresa deve fare molta attenzione perché con la salute non si scherza. Ora che però le ore peggiori sembrano essere superate – la Toffa ha salutato i fan scrivendo un post in rete anche per ringraziarli del supporto e dei tanti messaggi di incoraggiamento ricevuti – Selvaggia Lucarelli analizza un fatto: le reazioni degli utenti del web a seguito della messa in onda del servizio sul Gran Sasso. “Nadia, prima che si sentisse male, era da giorni nel mirino degli hater per il servizio sul Gran Sasso. Attenzione: parlo di hater, non di chi criticava legittimamente il servizio. (me compresa)”, ha scritto la giornalista su Facebook. Continua a leggere dopo la foto

E ha continuato: “proprio un paio di giorni prima dell’accaduto, guardavo su Twitter e Fb quello che le scrivevano e facevo l’ennesima, mesta riflessione su quanto livore si riversi sul web, su quanto qualsiasi inciampo altrui dia modo ai frustrati di sparare un ‘mi fai vomitare’ o ‘cogliona’ che avevano in canna per il vicino di casa che parcheggia male o per uno stipendio basso”. E la Lucarelli prosegue: “In realtà per me che seguo da tempo anche i gruppi d’odio sul web, non è neppure una sorpresa perché la Toffa, con la Boldrini, me e poche altre, è uno dei bersagli preferiti. Poi è successo quello che è successo e oggi, sotto al messaggio in cui Nadia dice che sta meglio, c’è 1 milione di persone che la inondano di affetto”. Continua a leggere dopo la foto


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A questo punto la Lucarelli si chiede: “Nadia Toffa è una povera cogliona o una ragazza stimata e amatissima?”. E risponde da sola: “Gli hater non sono la maggioranza, sono solo e sempre i più rumorosi. La morale quindi qual è? È che anche l’affetto dovrebbe imparare a far rumore. Gli hater vanno bloccati, isolati, lasciati a margini. Vanno denunciati quando è il caso. Sputtanati, quando è il caso”. Un discorso che in effetti non fa una piega. Gli hater andrebbero messi a tacere, andrebbero ignorati, non andrebbe data loro l’importanza che cercano. Andrebbe invece data importanza alle persone gentili, ai complimenti, alle parole di stima. Queste sono le cose che dobbiamo insegnare ai nostri figli. Non siete d’accordo anche voi?