Eliminato il pubblico dalla nave da crociera, Sanremo non naviga più a vista. Sì al Festival dal 2 al 6 marzo. Sì alla sala stampa (ma ridotta). Sì al pubblico in teatro, ma non recluso in una bolla in mezzo al mare. È questo il risultato della riunione che si è tenuta ieri in Rai a cui erano presenti, tra gli altri, l’ad Fabrizio Salini, il direttore di Rai1 Stefano Coletta, Amadeus e il suo agente Lucio Presta. “Tra i temi affrontati nel corso dell’incontro — spiega una nota Rai — il Protocollo sanitario e organizzativo che sarà a breve sottoposto alle autorità competenti in modo da poter prevedere una presenza del pubblico nella platea del Teatro Ariston”.
Dunque nessuno slittamento in avanti. Anche se davanti a una Rai che resta rigida sulle date sono i discografici a chiedere un Festival blindato. Niente pubblico, niente giornalisti, niente caccia al selfie in giro per le strade, niente salotti televisivi per rimasticare l’evento. “Ci sembra chiaro che in un momento come questo si possa realizzare solo un progetto esclusivamente televisivo”. (Continua a leggere dopo la foto)
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E ancora: “Sono esclusi per i nostri artisti scenari con palchi esterni, passerelle con pubblico, stand di sponsor e radio e incontri stampa. Tutto dovrà avvenire in streaming come accade oggi in qualsiasi altro evento, a partire dal festival del cinema di Berlino, che si tiene nella stessa settimana di Sanremo”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Lo dice Enzo Mazza, ceo di Fimi, la federazione che riunisce le quattro multinazionali del disco (Universal, Sony, Warner e Bmg) e che rappresenta circa metà degli artisti in gara. L’altra metà fa capo quasi interamente a etichette indipendenti associate a Pmi. (Continua a leggere dopo la foto)
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“In una situazione eccezionale come questa i ritardi della Rai sono comprensibili — dice Dario Giovannini, vicepresidente dell’associazione e general manager di Carosello — ma è altrettanto vero che non si può pensare a uno svolgimento normale. E a fronte di una Rai che si assume la responsabilità di quello che accade dentro il teatro Ariston, non abbiamo certezze su quello che accade fuori”.
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