La biblioteca statale dei Girolamini di Napoli, la più antica della città, è un tesoro italiano. I monaci la aprirono al pubblico nel 1586, tra i suoi scaffali studiò anche il filosofo Giambattista Vico e il suo patrimonio di 160 mila libri è uno dei più ricchi del Mezzogiorno. Peccato che due anni fa il direttore Marino Massimo De Caro la stava saccheggiando. Di notte staccava l’allarme e portava via centinaia di preziosissimi volumi. Lo scoprirono due dipendenti, precari, della biblioteca, i fratelli Mariarosaria e Piergianni Berardi, ed ebbero il coraggio di denunciarlo. Un gesto per cui il presidente Giorgio Napolitano li nominò anche Cavalieri della Repubblica. Oggi quegli eroi rischiano il posto (continua dopo la foto)
Mentre l’ormai ex direttore De Caro è stato condannato in appello a sette anni di reclusione, loro sono finiti della spending review del ministero del Beni Culturali. Pochi giorni fa, denuncia Repubblica, la direttrice generale per le Biblioteche Rosanna Rummo ha chiesto infatti ufficialmente alla direzione dei Beni culturali della Campania se sia davvero “necessaria la prosecuzione della collaborazione” dei Berardi e del loro collega Bruno Caracciolo o se almeno sarebbe possibile “una riduzione dell’orario”. Come dire, ora che la biblioteca è stata salvata, si può anche fare a meno dei suoi angeli custodi.