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“Mia madre si è data fuoco”. Sanremo, l’emozionante monologo di Rula Jebreal sul palco dell’Ariston. Il pubblico in lacrime

Grande emozioni ieri sera durante la prima serata del Festival di Sanremo. Sul palco arriva il momento di Rula Jebreal, che per il suo monologo in cui prova ad evidenziare la situazione gravissima, dal punto di vista dei numeri, che riguarda la condizione della donna, in relazione alle violenze subite, agli abusi e alle uccisioni. “Nell’80% dei casi il carnefice non ha bisogno di bussare alla porta per un motivo semplice, ha le chiavi di casa, ci sono le impronte ovunque”. Due leggii differenti davanti a Rula Jebreal, su uno sono riportati i dati e frasi che sottolineano l’allarmante realtà della condizione femminile, La giornalista racconta la vicenda di sua madre, che si è tolta la vita dopo un’infanzia di violenze subite e fatica a trattenere la commozione.

“Voi non avete nessuna colpa”, dice rivolgendosi alle donne. Sull’altro leggio ci sono frasi di canzoni celebri della storia della musica italiana come “La Cura” e “La donna cannone”, scritte da uomini per le donne: È possibile trovare le parole giuste, raccontare l’amore, l’affetto la cura. Questo è il momento in cui queste parole non vengano solo cantate, ma vissute ogni giorno. Per questo dobbiamo urlare da ogni palco anche quando ci diranno che non è opportuno”. Continua a leggere dopo la foto


“Io sono diventata la donna che sono grazie a mia madre ed anche a mia figlia, che è seduta in mezzo a voi (la figlia Miral, ndr). Il monologo di Rula Jebreal, immaginato alla vigilia come retorico proprio per le polemiche da cui era stato accompagnato, diventa potentissimo: Sono stata scelta stasera per celebrare la musica e le donne. Il senso di tutto ciò è nelle parole giuste, nelle domande giuste. […]”. Continua a leggere dopo la foto

“Domani chiedetevi pure come fossero vestite le donne a Sanremo stasera. Che non si chieda mai più a una donna stuprata come era vestita quella notte. Non si chieda mai più. Mia madre ha avuto paura di quella domanda, come tante altre donne”. Continua a leggere dopo la foto

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“Noi non vogliamo più avere paura, essere vittime. Lo dobbiamo alle nostre figlie, lo dobbiamo a noi stesse. Nessuno può permettersi il diritto di addormentarci con una favola. Noi donne vogliamo essere libere, nello spazio e nel tempo. Vogliamo essere musica. Grande applauso della platea e le camere inquadrano diverse persone in lacrime, tra cui Giovanna Civitillo, moglie di Amadeus. Immensa Rula.

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