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Ritrovato il “tesoro” di Auschwitz. Era rimasto nascosto per decenni nel campo di concentramento e salta fuori solo oggi. Di che si tratta. Incredibile!

 

Un vero e proprio tesoro, rimasto nascosto per 70 anni e occultato a dovere nel doppio fondo di una tazza smaltata di bianco che porta i segni del tempo, è stato ritrovato in questi giorni dagli addetti al museo dell’ex campo di concentramento di Auschwitz, mentre stavano lavorando alla mantenimento dei tantissimi oggetti conservati nel museo. Si tratta di un anello e di una collana d’oro appartenuti a uno dei deportati rinchiusi nel campo concentramento nazista durante la seconda guerra mondiale. Una scoperta straordinaria, non tanto per il valore economico degli oggetti, quanto per l’inestimabile valore storico, ennesima testimonianza dell’umanità e della vita di uomini e donne che l’orrore dell’olocausto ha spazzato via.

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I gioielli erano nascosti nel doppi fondo di una tazza, utilizzata per la vita quotidiana e fino ad oggi nessuno si era mai accorto di questo piccolo tesoro. Non se ne sono accorti i nazisti che, notoriamente, privavano i deportati di tutti i loro averi al momento in cui arrivavano al campo, né tantomeno i responsabili del museo. Il ritrovamento è stato assolutamente casuale, con il trascorrere dei decenni il fondo, per via dell’ossidazione del metallo, si è staccato, rivelando i monili. Dalle prime analisi svolte su anello e collana, che erano avvolti in un pezzo di stoffa, possono risalire a un periodo che va dal 1921 al 1031.

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“Un simbolo di speranza – ha spiegato il direttore del museo Dr Piotr Cywinski – è il segno che gli ebrei deportati da un lato erano consapevoli di venir ‘rapinati’ durante la deportazione, ma dall’altro dimostra che le famiglie ebree nutrivano un raggio di speranza che questi oggetti erano necessari alla loro esistenza”. Impossibile capire se si trattasse di un pegno di amore o di un regalo, la persona che celato l’anello e la collana, però, voleva sicuramente lasciare un segno di sé nella speranza che, una volta ritrovati, potessero essere riconsegnati in qualche modo alla famiglia. “La possibilità di trovare i discendenti della proprietaria sono minimi – dicono i responsabili del museo “perché non ci sono tracce sugli oggetti che permettano di identificarli”.

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I gioielli saranno pertanto aggiunti ai tanti altri esposti nel museo come testimonianza del passaggio di oltre un milione di ebrei e prigionieri di altre nazionalità che hanno trovato la morte tra il 1940 e il 1945 nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

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