Libertà di interpretare, libertà di capire: il principale insegnamento di John Keating, quel rivoluzionario professore che arriva nel collegio “Welton”, che cambierà per sempre il modo di pensare e vivere di quei ragazzi sottomessi alla severità di una scuola “arretrata”. L’attimo fuggente, per tanti, è quel film che, all’uscita dal cinema, ti lascia nel petto quella sensazione indefinibile, che noi chiamiamo “strana”. Perché i modi, l’approccio di quel Robin Williams in versione insegnante non lasciavano indifferenti. Ognuno, in quegli attimi, ha immaginato il proprio mondo, la propria vita. Sono stato sempre libero di pensare, interpretare, mettermi in gioco come avrei voluto? Ma, soprattutto, ho sempre permesso alla mia mente di “girare” come voleva? Anche un animo “a sensibilità ridotta” dallo strano professore ha imparato qualcosa, o almeno ha avvertito nel proprio ego l’esistenza di sfumature felici, non sempre prese in considerazione. L’attimo fuggente può anche essere interpretato come una iniziazione al rifiuto delle convenzioni e un invito all’apertura e, soprattutto, al confronto.
Solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi, è da sempre così e così sarà per sempre (professor John Keating)
