Gomorra 2: se c’è un personaggio forte e tenace, tra i tanti, che nei primi episodi della serie in onda su Sky Atlantic ha stupito tutti, quella è Nina, alias Alessandra Langella. Nina, giovane trans, è stata la prima persona in assoluto a dire no a Salvatore Conte, il boss che si innamora di lei. Una performance credibile – per esempio quando piange perché insultata dai coetanei – anche perché la stessa attrice è così: forte e tenace. E a spiegare tutto è la stessa Alessandra Langella in un’intervista al Corriere della Sera.
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Nessun segreto dietro il talento della prima attrice trans della serie perché ”anche nella vita, come nella serie, rispondo agli insulti di ogni tipo che ricevo in strada – spiega – Tra i tanti, il meno peggio è ‘ricchione’. Ma sono sempre stata una ragazza nata con il corpo di un uomo, e quando torno a casa inizio a piangere. In realtà, nella serie, non recitavo: ho vissuto davvero molte situazioni analoghe. Ho avuto una storia con un uomo che per i primi sei mesi non voleva uscite pubbliche, solo dopo mi presentò alla sua famiglia e mi fece i conoscere il bambino nato da una precedente relazione. Siamo stati insieme tre anni, poi mi ha lasciato perché troppo geloso per le scene di nudo in ‘Gomorra”.
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”Gli uomini vanno coi trans solo ed esclusivamente per il sesso – prosegue la Langella – Ma io cerco di fare quello che fanno tutte le ragazze della mia età: lavoro molto come parrucchiera, anche perché spendo parecchi soldi per cercare di diventare sempre più donna e per questo mia madre sta facendo molti sacrifici. Poi, nella vita di tutti i giorni, oltre al lavoro ci sono gli aperitivi con le amiche. Queste sono le cose belle della mia vita, ma ogni giorno devo confrontarmi anche con la cattiveria delle persone”. Cattiveria, malignità che sarebbero poi sfociate anche nella calunnia. Continua infatti a raccontare l’attrice: ”Le accuse del giro di prostituzione sono assolutamente false. Lavoro solo come parrucchiera, non è un caso che siano uscite subito dopo il mio ingresso nella serie: l’invidia e la malignità di certe persone non hanno limiti. Appena ho saputo, ho chiamato la produzione di ‘Gomorra’, volevo spiegare ma mi hanno detto che non ce n’è bisogno: mi hanno conosciuto, e bene”.
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Alla fine Alessandra conclude così l’intervista: ”Spero di aver fatto capire la realtà della diversità alle persone, e sono fiera di essere diventata famosa e di aver portato i miei sentimenti puliti e la mia bellezza. Ho avuto la fortuna di nascere uomo, ma con un piede 36, un corpicino esile e senza pomo d’Adamo. La mia forza è la mia sorellina, morta di cancro a 15 anni. Allora decisi di far passare un po’ di tempo e poi raccontare tutto a mia madre, farle capire che io ero una donna e che come tale doveva amarmi, perché ero accanto a lei”.
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