Pippo Baudo contro Fedez. Riflettori accesi sul rapper e sul discorso fatto in occasione del Concerto del Primo Maggio. Settimane ricche di botta e risposta dopo quelle parole di Fedez riguardo a diverse riflessioni, che hanno tirato in ballo anche diverse espressioni di omofobia con cui il rapper non si trova in linea di pensiero. E oggi arriva anche il punto di vista dell’intramontabile Baudo.
Lo ha rivelato senza filtri proprio il noto conduttore italiano e lo ha fatto durante un’intervista rilasciata per Adnkronos. Torna su Fedez e sulle parole utilizzate dal rapper di fronte alle telecamere: “Se avessi condotto io il Concertone del Primo Maggio avrei spento le telecamere a Fedez durante il suo discorso. Per querelarlo è troppo tardi, equivarrebbe solo fargli il doppio della pubblicità”.

Pippo Baudo aggiunge: “Fedez ha esagerato. Poteva fare spettacolo, mentre fa ogni cosa per essere protagonista. E ha sbagliato a fare quel discorso in una sede che non era sua. L’errore che ha commesso la Rai è stato quello di non dire semplicemente che quel palcoscenico era il suo e a lei competeva l’autorizzazione. Chiedere il testo dell’intervento di Fedez è stato senza dubbio corretto”.

“Se tu vieni a casa mia e io ti ricevo nel mio salotto, io voglio sapere cosa ci vieni a fare. E poi gli argomenti che Fedez ha toccato sono complicati e non si può utilizzare il mezzo pubblico in maniera così indiscriminata. Bisogna stare attenti perché si ripercuote sulla società in modo divisivo. Quanto si prefigge il Ddl Zan è già previsto dalla nostra Costituzione nei primi 12 articoli, quelli fondamentali”.


“Lì si legge chiaramente, al primo comma dell’articolo 3, che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, oltre che di condizioni personali e sociali. Il Ddl Zan è un raddoppio. E’ inutile aggiungere un’altra legge che confonde le cose. La nostra Costituzione è perfetta ed è garantista al massimo. Il Ddl Zan è la complicazione delle cose semplici”, conclude.