Ci sono diverse app per smartphone che permettono ai bambini (e non solo) di parlare con un cane o un gatto. Situazioni virtuali che potrebbero essere concretizzate dalla tecnologia che, assicurano i ricercatori dell’Università del North Carolina, ci permetterà di comunicare meglio con i cani. Il team di ricerca ha messo a punto una serie di tecnologie per migliorare la comunicazione tra uomo e cane, da impiegare soprattutto con gli animali da soccorso e domestici, come per esempio i cani per non vedenti. Avverrebbe, però, grazie alla mediazione con un computer grazie alla quale si potranno interpretare i segnali comportamentali dei cani e inviare di conseguenza all’animale indicazioni chiare e univoche. Si tratta di un progetto ancora allo stato sperimentale ma il primo prototipo è già funzionante. S si tratta, materialmente, di una pettorina da fare indossare al cane. Le tecnologie di comunicazione implementate sono due, come spiega Alper Bozkurt, assistente di ingegneria elettrica e informatica presso l’ateneo: “Una permette di comunicare con i cani, l’altra serve per aiutare i cani a comunicare con noi”.
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La differenza, spiegano i ricercatori, è tutt’altro che secondaria perché “i cani comunicano principalmente attraverso il linguaggio del corpo, quindi l’ostacolo da superare è stato quello di sviluppare sensori che interpretassero il loro comportamento in funzione della postura”. Con i sensori messi a punto “siamo in grado di determinare quando il cane è seduto, in piedi, corre, eccetera, anche se non lo stiamo vedendo”. I dati vengono trasferiti al computer in modalità wireless. Sempre nella pettorina sono poi inclusi altoparlanti e motori vibranti, che servono all’uomo per comunicare con il cane mediante un software che raccogliere, interpreta e converte le richieste umane in un segnale nella pettorina. Ci sono anche sensori che controllano la frequenza cardiaca e la temperatura corporea dell’animale, che consentono di monitorare il benessere fisico di un cane, ma soprattutto di avere informazioni relative al suo stato emotivo, per esempio se è eccitato o stressato. Questa funzione è utile per aiutare i padroni a individuare e ridurre lo stress dell’animale, in modo da alzare la durata e la qualità della sua vita” spiegano i ricercatori. Importante è un altro aspetto: si aggiungono poi dispositivi supplementari per esigenze specifiche. Per esempio, per gli animali da ricerca e soccorso sono stati sviluppati sensori ambientali in grado di rilevare i pericoli – come per esempio le fughe di gas – e fotocamere con microfono per la raccolta di ulteriori informazioni.