“I soldi della Chiesa servono per le opere di religione, non per speculazioni finanziarie”. Così il Papa ha fermato il piano dello Ior che voleva costituire una Sicav, un fondo di investimento a capitale variabile, in Lussemburgo. A raccontare l’altolà del pontefice è il Sole 24 Ore. “Il dossier era arrivato fino al tavolo del Papa, nella stanza 201 della Domus Sanctae Marthae, da dove Francesco guida la Chiesa Universale. Ma il Papa lo ha bocciato”, scrive il quotidiano economico.
L’idea della costituzione di una Sicav per la gestione di una parte dei fondi affidati allo Ior era stata in precedenza approvata dal Consiglio di sovrintendenza, ma poi si era bloccata una volta approdata sul tavolo della commissione cardinalizia di vigilanza, la “parte superiore” della governance e della quale fanno parte tra gli altri il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, e il cardinale Jean Louis Tauran, molto stimato dal Papa che lo ha confermato nel consiglio dell’istituto di cui fa parte da molti anni.
“A quel punto – continua la ricostruzione – è stato deciso di sottoporlo direttamente al Pontefice che ne ha decretato la bocciatura. Con questa decisione Bergoglio probabilmente ha voluto in qualche modo ribadire ancora una volta che lo Ior deve tornare alla missione originaria di assistenza alle opere di religione, evitando di avventurarsi in strumenti sofisticati, anche se del tutto legali e anche (spesso) efficaci”.
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