Un appello che viene a galla solo oggi sulle colonne del settimanale Chi e rivela le difficoltà di una delle showgirl italiane più amate e chiacchierate degli ultimi anni. “Ho scritto a lei perché ho lavorato nelle prime edizioni di Amici, mi aveva chiamato per tenere alcuni stage. È una donna che stimo e che ha aiutato altre mie colleghe. E così, in un momento di vuoto, le ho scritto per cercare un aiuto umano. Voglio lavorare, non voglio nessun regalo. L’ho fatto con grande umiltà, non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto.”
Una storia che aveva raccontato anche al programma “Belve” e in quell’occasione aveva voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Mi dispiace che tante persone che potevano aiutarmi non lo hanno fatto. Ho scritto una lettera a Maria De Filippi, che stimo tantissimo, in cui le chiedevo con grande umiltà di darmi una mano. Pur di uscire da quel momento buio, avrei lavorato anche in redazione, anche solo a fare fotocopie – raccontava Pamela Prati – Le ho mandato dei fiori, le ho mandato il mio libro, attraverso il quale mi avrebbe potuto conoscere meglio. Non mi ha mai risposto”.
Dopo il caso Mark Caltagirone Pamela Prati era infatti uscita dai radar. Una storia che l’aveva fatta molto soffrire, come aveva raccontato al Corriere della Sera. “Sono stata manipolata da due persone che conoscevano le mie fragilità. Sono tantissime le persone che finiscono nella mia stessa trappola, oggi il mio impegno è sensibilizzare l’opinione pubblica intorno a questo genere di truffe”.
E poi Pamela Prati aveva aggiunto:“Durante l’organizzazione del matrimonio ho più volte provato l’abito da sposa, era quello dei miei sogni, come l’ho sempre immaginato. Ho ancora i regali che compravo ai due bambini, una volta ho organizzato sulla mia terrazza una festa di compleanno per il maschietto, che poi ovviamente con una scusa non mi hanno più portato”.
“Ho video, messaggi, prove e regali – aveva poi concluso Pamela Prati -. Cosa ho pensato quando il castello di bugie è crollato? Non l’ho mai detto prima, ma ho anche pensato di togliermi la vita. La fine di una storia è sempre un trauma, ma scoprire che una persona addirittura non esiste è uno choc psicologico. Quando ho realizzato che era tutta una finzione mi sentivo svenire, mi mancava l’aria. Per me è stata una violenza psicologica terrificante”.
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