Se c’è un aspetto della televisione italiana è la non definitività di un caso. Che sia solo per business o anche per interesse da parte del pubblico, almeno in questo caso, è difficile da capire. Ciò che è certo è che l’affaire Mark Caltagirone ha lasciato il suo segno. Al punto che anche qualche politico, normalmente sobrio, durante le uscite pubbliche ha ironizzato usando il ‘fantasma’ creato da Pamela Prati & C. a mo’ di metafora.
Insomma, si torna a parlare di Pamela Prati e Mark Caltagirone. E del resto della ‘truppa. In una intervista a Oggi, la 60enne ballerina ne ha parlato, comprese le conseguenze del caso sulla sua vita. “Oggi sono Paola Pireddu. Sono caduta e ho provato a rialzarmi. Non è stato semplice e tuttora non lo è, ma quella Pamela non esiste più, e son dovuta tornare a essere Paola per trovare la forza e rimettermi in piedi. Paola è un nome semplice, dolce, forte. Ma è soprattutto il nome di una donna libera”.
Ed è inevitabile che il prodotto in questione parli anche del caso Caltagirone. Pamela Prati ritiene che gli italiani sono dalla sua parte: “La gente mi comprende. Bisogna distinguere la tv, i social che sono irreali, dalla vita vera. E la mia vita è fatta di persone che mi fermano per strada e mi abbracciano. Che mi hanno compresa e fatto sentire amata”.
Un mea culpa? Prati si giustifica sull’accaduto, sulle ragioni che l’hanno portata a costruire una finzione così assurda: “La perdita di mia sorella due anni fa mi aveva provata profondamente e come tante donne nella fragilità sono inciampata e ho battuto la faccia”. A ogni modo, nessun giudizio.