Giovedì sera, portici di piazza Giustino Fortunato. Una telecamera riprende Kastriot Zhuba mentre si allontana dai tavolini di un bar, col dito fa un gesto di minaccia: ci vediamo dopo. È il prologo della mattanza di Bruzzano. La seconda scena immortala la fuga di Mondi Kthella, l’unico sopravvissuto alla furia del pluriomicida albanese, che fugge attraverso i giardinetti con una mano sulla schiena già colpita da un proiettile. Zhuba lo insegue, spara altre cinque volte a vuoto, Kthella verrà soccorso in via Angeloni. L’assassino torna camminando, calmo: sta andando a dare il colpo di grazia ad Arben Kthella, cugino del ferito. Poco dopo rapinerà la Opel Corsa del passante egiziano Ibrahim Sharara e lo ucciderà senza pietà.