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“Non lo doveva fare”. Nunzia De Girolamo, guai senza fine: lettera di protesta contro la giornalista

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Stupro di Palermo, scoppia il caso su Nunzia De Girolamo. Lo scorso 31 ottobre la conduttrice di “Avanti popolo” ha ospitato la ragazza, che per la prima volta ha mostrato il suo volto, vittima dello stupro di gruppo avvenuto 7 luglio in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Sette ragazzi sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo e uno di loro, il più giovane, ha confessato la violenza ed è stato affidato ai servizi sociali perché minorenne.

Dopo la puntata in cui Nunzia De Girolamo ha intervistato è stata richiamata dalle Commissioni Pari Opportunità Rai e Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai: “Avanti Popolo ignora i doveri del Servizio pubblico – recita la nota datata giovedì 2 novembre 2023 – Anni di impegno in azienda su questi argomenti non possono essere messi in discussione da tanta superficialità e incompetenza”. Ma i ‘guai’ per l’ex deputata non sembrano essere finiti.

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Lettera con 300 firme contro la puntata di “Avanti Popolo”

Come fa sapere, tra gli altri, anche OpenOnline, trecento giornalisti, attivisti e intellettuali hanno scritto una lettera alla presidente Rai Marinella Soldi e a tutto il Cda, oltre al presidente Agcom Giacomo Lasorella e quello dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bortoli. Sotto accusa c’è non tanto la presenza della ragazza vittima dello stupro, ma come è stato trattato l’argomento e il dibattito che ne è seguito.

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Repubblica Palermo riporta l’accusa di “violazione dei basilari principi della deontologia professionale nell’esporre una sopravvissuta alla spettacolarizzazione del proprio stupro e alla vittimizzazione secondaria cui si è assistito nel corso del programma”. Durante la puntata sono stati letti i messaggi dei violentatori: “così è uno schifo”, “la carne è carne”. Nunzia De Girolamo in studio aveva detto: “Mi fa fatica leggerti queste frasi”.

Nel corso di “Avanti popolo” la conduttrice ha dato spazio anche alle interviste di palermitane e palermitani che a volto coperto hanno incolpato la vittima di essersela andata a cercare. Sotto accusa nella lettera anche il modo in cui è stata condotta l’intervista alla ragazza che oggi vive in una località segreta: “Ma tu urlavi? Chiedevi aiuto?”.

Nella lettera si legge ancora: “La ragazza è stata sottoposta con superficialità inaudita e lesiva della propria persona a reiterati e costanti episodi di colpevolizzazione e vittimizzazione secondaria, dal momento in cui è stata costretta ad ascoltare sia le intercettazioni degli stupratori, sia l’agguerrita vox populi dei social, riprodotta graficamente sugli schermi dello studio che, analizzati arbitrariamente e morbosamente i vestiti, gli usi e gli atteggiamenti della giovane, ne ha sancito la colpevolezza”.

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