Non è la Rai, il tempo passa ma il suo sorriso resta inconfondibile. Il programma di Gianni Boncompagni ha rappresentato per molte un trampolino di lancio. Molte di quelle ragazzine spensierate che mostravano i propri talenti per la prima volta su un palcoscenico e davanti alle telecamere, hanno deciso di perseverare nella carriera, per altre invece la direzione è stata diversa da quella che immetteva nel mondo dello spettacolo e della televisione.
Retroscena che continuano a svelarsi dopo anni dalla messa in onda di un programma sicuramente rappresentativo degli anni ’90. E non è un dettaglio da poco che dopo quasi 30 anni dalla messa in onda di Non è la Rai, sulla rivista di PiùDonna ha deciso di intervistare uno dei volti storici del programma. La ballerina dalla frangetta nera ed espressione radiosa, avete capito di chi stiamo parlando?

A rendere consapevoli del proprio percorso, spesso, è la vita stessa a farlo con le sue sfide da affrontare e superare. Pamela Petrarolo è la prova tangibile di un sorriso che non andrebbe mai perso, nonostante difficoltà e periodi non del tutto facili. L’ex stella del programma, infatti, ex moglie di Gianluca Pea e mamma di Alice e di Angelica, nel 2020 ha affermato nel salotto di Barbara D’Urso di essere in dolce attesa del suo nuovo compagno.

E nella vita della ballerina dal sorriso radioso, anche la malattia della figlia affrontata sempre con forza e coraggio e motivo per cui ha dovuto interrompere la carriera. Angelica è nata con una malformazione alla testa, ma con speranza e amore tutto può essere superato. E Pamela è riuscita a non abbattersi mai: “Adesso sta bene”, afferma. E durante l’intervista non poteva mancare qualche retroscena su Non è la Rai.

“Oggi sono una donna in assoluto più consapevole. A quindici anni non è così scontato rendersi conto del successo che mi travolse allora – ha raccontato Pamela – Ero da poco maggiorenne e avevo una vita davanti per cui non mi fermai con lo studio e cominciai a capire pian piano quale potesse essere la mia strada”, e ancora: “Eravamo ragazzine, poco più che adolescenti. I litigi lasciano il tempo che trovano. Quello che poteva accadere in un liceo o in una gara di nuoto. Eravamo tutte femminucce, quindi più competitive e vanitose”.

“Trovarsi davanti alle telecamere era un modo per tirare fuori la nostra femminilità. Ma tutto passava. Si riusciva a lavorare insieme anche perché ognuna di noi passava il tempo con il suo gruppetto. Era impossibile andare d’accordo con 100 persone”.